Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Io, Foggia e la cultura Sarà un’altra musica»
Gianna Fratta, direttrice d’orchestra e pianista: «La città si stava risvegliando, peccato per il Covid»
Chi è
Gianna Fratta, 47 anni foggiana doc, direttore d’orchestra e pianista, è uno dei nomi del panorama della cultura nazionale e internazionale. Cavaliere della Repubblica, dieci anni fa ha sposato Piero Pelù, il cantante dei Litfiba. Il suo sogno a breve termine? «Vorrei tonare al più presto a fare musica dal vivo per continuare a regalare emozioni»
«La città di Foggia sotto l’aspetto culturale stava vivendo un momento di grande rinascita. Purtroppo questa emergenza ha bloccato tutto di nuovo». Gianna Fratta, 47 anni foggiana doc, direttore d’orchestra e pianista è uno dei nomi del panorama della cultura nazionale e internazionale. Dopo una importante carriera come pianista si è dedicata alla direzione d’orchestra raggiungendo, anche in questo caso, primati internazionali come quello di essere stata la prima donna italiana a dirigere l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Per i suoi risultati ottenuti in campo internazionale come direttore d’orchestra il 7 marzo del 2009 è stata insignita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Cavaliere della Repubblica Italiana. E dieci anni dopo, il 14 settembre del 2019, ha sposato a Firenze il cantante Piero Pelù.
Cosa pensa della cultura a
Foggia?
«Negli ultimi tempi la città ha avuto una vitalità particolare sotto l’aspetto della cultura. Dopo un periodo buio, soprattutto per la chiusura del teatro Giordano, c’è stata una ripresa importante. Sicuramente proprio per la riapertura del più importante contenitore culturale della città e della provincia. Era ripresa la stagione concertistica, era ripresa quella culturale. E non c’è solo il Giordano».
In che senso?
«Penso alle tante iniziative messe in campo anche questa estate. Per esempio nella Villa Comunale di Foggia dove quasi ogni giorno è stato presentato un evento. Ci sono state proposte culturali davvero di primissimo livello che sono state molto apprezzate dai foggiani».
E ora?
«Ora brancoliamo nel buio. Io stessa, per esempio, sto preparando un bando per il 2021 ma non so cosa accadrà. Qualcuno si sta attrezzando, come avvenuto anche nella prima parte di questa emergenza sanitaria con il lockdown, con concerti on line, in streaming. Ma non è la stessa cosa. Al di là della bellezza del rituale di seguire un concerto di musica classica in un teatro è anche una questione di acustica. Il suono ti arriva all’orecchio è vero. Ma arriva anche all’anima, alla pelle. Oggi ognuno di noi a casa ha tutti i migliori strumenti tecnologici per sentire la musica. Ma nessuno di questi ti può dare, trasmettere la stessa sensazione di un teatro. Speriamo che passi presto e che si possa tornare a rivivere queste sensazioni».
Secondo lei la cultura può essere un volano per frenare la criminalità, per arginare le illegalità nella nostra città?
«Io credo che la musica, la cultura in genere possa fare molto. Certo musei, arte non agiscono direttamente sul disagio sociale. Per quello ci sono altri strumenti. Però le iniziative culturali possono portare risultati a lungo termine e possono raggiungere alcune fasce di persone a rischio. Penso per esempio alla possibilità di portare i giovani a teatro, alle mostre o ai concerti. Senza dimenticare che la cultura agisce a livello emozionale e entra in profondità nell’animo di una persona e che a volte può essere più istruttiva di dieci lezioni di educazione civica. Che è pur sempre molto importante».