Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La morte di Antonella rimasta undici ore fuori dal Pronto soccorso
Il dramma di Antonella, stroncata dal virus a 41 anni I medici: «L’assenza di strutture vanifica i nostri sforzi»
Antonella Abbatangelo (nella foto con il marito Massimiliano) aveva 41 anni e viveva a Trani. Colpita dal Covid, è stata portata all’ospedale di Barletta dove ha atteso undici ore fuori dal Pronto soccorso prima del ricovero. Al Di Miccoli i posti letto erano tutti occupati. È morta dopo alcuni giorni. La rabbia di chi la curava.
I pensieri affidati alle
BARLETTA pagine dei social network, le immagini, i commenti, raccontano la storia di una giovane mamma che aveva scelto di dedicarsi totalmente all’amore per suo marito Massimiliano e suo figlio Gabriele, di quattordici mesi. Una gioia che però si è interrotta prematuramente, stroncata dalla forza del virus invisibile. Antonella Abbatangelo era di Trani e aveva 41 anni. Appena due settimane fa aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una preghiera nella quale chiedeva «la guarigione del mondo dal male che lo ha colpito». Lo stesso male che non ha risparmiato neanche la sua giovane età. Antonella è morta nell’ospedale di Barletta, dove era stata ricoverata, nella giornata di giovedì a causa delle complicanze dovute al Covid 19 sino al decesso, in solitudine, nella stanza dell’ospedale in cui era entrata dopo aver atteso per 11 ore il suo turno. Una storia, quella di Antonella, che racconta la difficoltà del sistema sanitario nell’affrontare una battaglia che diventa ogni giorno più complicata.
I sintomi del contagio Antonella li aveva avvertiti già una settimana prima di morire. Febbre e tosse non promettevano nulla di buono. Per questo i familiari l’hanno accompagnata nel pronto soccorso di Trani, un ospedale non attrezzato per le cure Covid. La donna è stata rimandata a casa. L’indomani i familiari hanno contattato il medico di riferimento e via al pronto soccorso di Barletta. Undici interminabili ore di attesa prima che venisse accettata e ricoverata. Da quel momento i familiari sono riusciti ad ottenere solo frammentarie notizie delle condizioni di salute della loro congiunta. L’agghiacciante telefonata è arrivata giovedì, per annunciarne il decesso.
Il terribile virus aveva avuto la meglio su quella giovane donna che non manifestava particolari patologie e che avrebbe voluto vedere suo figlio crescere. Antonella è stata sepolta ieri mattina nel cimitero di Trani. Il suo bambino e suo marito non hanno potuto salutarla per l’ultima volta, costretti in isolamento a casa pur essendo risultati negativi al tampone.
Don Enzo De Ceglie, parroco di Trani, ha benedetto la bara prima della sepoltura. «Soltanto lo scorso anno avevo celebrato il battesimo del bambino ed invece ora mi ritrovo a celebrare le esequie di sua madre», racconta provato il sacerdote tranese. Perché la morte di Antonella ha sconvolto l’intera comunità di Trani, già visitata dal dolore per la morte di una donna di 31 anni avvenuta lo scorso 7 novembre. Anche lei era positiva al Covid 19 ed era affetta da obesità. Una perdita che ha lasciato il segno anche nell’anima di chi quotidianamente è nelle corsie degli ospedali a stretto contatto con gli effetti della malattia. Come il medico Peppe Carpagnano, cardiologo in servizio nello stesso ospedale in cui è deceduta Antonella. Il suo sfogo social è diventato virale e ha raccolto centinaia di reazioni. «Torno a casa distrutto, dopo un turno notturno di 12 ore, e quando pensi che, tutto sommato, non è andata malissimo, ti arriva il messaggio del collega per informarti che la paziente di cui gli hai parlato è deceduta. Sì me lo aspettavo...ma inevitabilmente cerco di capire quali siano state le mie responsabilità sull’accaduto! In questa situazione siamo impotenti...è impossibile curare tutti contemporaneamente! Non abbiamo personale e strumenti adeguati! Il Covid, le sue complicanze, l’assenza di strumenti e posti letto vanificano ogni tentativo di azione», scrive il medico.
«Probabilmente sono state le misure inefficaci per contrastare il virus ad ucciderla. E dico probabilmente perché la forza devastante di questa malattia ha messo tutti di spalle al muro, aprendo voragini di incertezze nel mondo della scienza», riflette amareggiato.
Giuseppe Carpagnano
Ad ucciderla le misure inefficaci anti-Covid