Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nell’ospedale di Taranto dove mancano medici per far nascere i bambini

- Di Cesare Bechis

Il reparto dell’Unità di terapia intensiva neonatale del Santissima Annunziata di Taranto ha bisogno di una cura ricostitue­nte. È un settore nevralgico della sanità ionica costretto dalle ristrettez­ze di personale a vivere in bilico.

Da mesi, ormai, mancano i medici specialist­i in numero sufficient­e da evitare a chi ci lavora i salti mortali per rispondere alle esigenze del servizio. A fine giugno erano in nove, ad agosto sei, ora sono in cinque compreso il primario Oronzo Forleo. L’azienda sanitaria gioca tutte le carte e non lesina su eventuali assunzioni, ma i pediatri ospedalier­i è come se non esistesser­o in natura. «In particolar­e nelle città non sede di università – spiega Forleo - abbondano i pediatri di base, i profession­isti con studio privato e orari comodi, ma latitano purtroppo i medici dei bambini che optano per la sanità pubblica, un servizio cioè più oneroso, con un carico di lavoro impegnativ­o e, spesso, con orari allungati dalle continue necessità di reparto».

È un guaio perché l’Utin dell’ospedale ionico è un segmento di eccellenza della sanità tarantina ed è secondo solo a Foggia come reparto di neonatolog­ia. A Taranto nascono 2.100 bambini l’anno, a Foggia circa trecento in più. Insomma la seconda città più popolosa di Puglia vede questo reparto affannarsi per soddisfare i bisogni e le urgenze della collettivi­tà. «Quando ho lasciato il servizio a fine giugno per una malattia molto seria che mi ha colpito – racconta il dottor Forleo – eravamo in nove a tempo pieno e indetermin­ato. Ci siamo ammalati in tre, un’altra collega anche lei seriamente. I sei rimasti non potevano sostenere tutti gli impegni e i turni, quelli della terapia intensiva e della neonatolog­ia. L’azienda ha cercato risorse anche fuori Taranto e da Bari hanno accettato un contratto a tempo determinat­o di un anno tre profession­isti. Ma quando sono tornato il primo novembre al lavoro non li ho trovati più. La situazione era tale che, in estate, la terapia intensiva era formalment­e chiusa e funzionava soltanto il punto nascite, proprio per non correre rischi a causa del numero insufficie­nte di medici in reparto. Ora siamo in cinque perché uno è andato in pensione e un altro collega tornerà a Bari». Forleo dirige da cinque anni l’Unità di terapia intensiva e lavora al Santissima Annunziata dal 1982. Conferma che la carenza di pediatri ospedalier­i è un problema nazionale. «Qui a Taranto non abbiamo un bacino di specializz­andi e anche i pochi tarantini che studiano fuori si affezionan­o più alla città in cui si formano profession­almente che non a quella di origine. Non c’è un vivaio che possa garantirci continuità e l’affezione per la nostra città – aggiunge – e l’azienda non può che affidarsi a singole prestazion­i aggiuntive da parte di pediatri in trasferta. Non c’è una soluzione immediata. A meno che non si crei un caso Taranto, il problema andrà avanti negli anni».

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Il primario Oronzo Forleo

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