Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Stangata di 260 anni sulla mafia foggiana
Condannati due boss e 23 affiliati. Risarcito l’unico imprenditore che ha sfidato i clan
Venticinque condanne, con pene fino a 18 anni di reclusione. Duro colpo alla mafia foggiana con la sentenza emessa dal gup del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, nei confronti di 25 affiliati alla Società. In totale sono state emesse condanne per 260 anni di carcere. Pesanti le pene per i boss Sinesi (14 anni) e Moretti (11 anni e 4 mesi). Risarcito l’unico imprenditore costituitosi parte civile.
Venticinque condanne, con pene fino a 18 anni di reclusione. È la sentenza del gup del tribunale di Bari, Giovanni Anglana per 25 presunti affiliati alla Società Foggiana, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, rapine, detenzione illegale di armi e tentato omicidio. Gli imputati erano stati arrestati il 30 novembre del 2018, nell’ambito dell’operazione «Decima Azione», perché accusati di aver messo a segno estorsioni e tentate estorsioni a imprenditori e commercianti della città. Altre quattro persone, arrestate nel blitz, hanno deciso di essere giudicate con il rito ordinario.
Tra le condanne di ieri spiccano quelle a coloro che sono ritenuti i boss dei clan della mafia foggiana, come Roberto Sinesi, detto «Lo zio» condannato a 14 anni di reclusione e Rocco Moretti, detto «Il Porco» condannato a 11 anni e 4 mesi. A 18 anni di reclusione è stato condannato Francesco Tizzano. Sedici anni a Giuseppe Francavilla e Massimo Perdonò. Il giudice, al termine del processo, che si è celebrato con il rito abbreviato nell’aula bunker di Bitonto alla presenza di alcuni imputati che erano collegati in videoconferenza dalle carceri dove sono detenuti, li ha condannati anche a risarcire le parti civili: la Regione Puglia, il Comune di Foggia, Confindustria Foggia e Confindustria Puglia, la Fondazione antiracket Puglia e l’associazione Panunzio di Foggia. Gli imputati sono stati condannati a risarcire anche l’unico imprenditore, sulle 21 vittime individuate nell’indagine, che si è costituito parte civile nel processo e che, dopo aver denunciato i suoi aguzzini, vive con la scorta.
«Oggi non può che essere un giorno importante per Foggia – ha detto il sindaco, Franco Landella commentando la sentenza e aggiungendo che - il Comune è e resterà sempre al fianco di tutti coloro che hanno subito minacce, soprusi, violenze e attentati, restando a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine che quotidianamente presidiano il territorio. Il Comune continuerà a costituirsi parte civile in eventuali altri processi legati alla criminalità organizzata locale». «Foggia combatte e non si arrende»: è stato, invece, il commento del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. «La comunità foggiana – ha aggiunto il governatore pugliese - è oggi rappresentativa di tutta la Puglia che non cederà mai alla mafia, alla sopraffazione, alla violenza, alla illegalità. Oggi ogni pugliese si sente foggiano». Soddisfazione per il verdetto è stata emessa anche da Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia.