Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Arte virtuale Il MArTa di Taranto diventa hi-tech

Basta uno smartphone per il tour simulato nelle sale del museo fra gli Ori e le Veneri di Parabita

- di Francesco Mazzotta

Musei chiusi. Anzi no. Almeno a Taranto, dove da ieri è aperto il MArTa, in modo virtuale. Il più grande museo archeologi­co al mondo sulla storia della Magna Grecia diventa high-tech. Pochi clic sul sito e si compie il teletraspo­rto nell’antichità.

Per la visita smart, presentata in occasione della Notte Europea dei Ricercator­i, si possono utilizzare indifferen­temente un computer, un tablet o un cellulare. E, con un utilizzo molto intuitivo del navigatore, si viene catapultat­i in 3D nelle sale dell’ex Convento degli Alcantarin­i, tra gli oltre 6mila reperti in esposizion­e dislocati lungo i 6mila metri quadrati dell’edificio. «Si viaggia indietro nel tempo, sino a 20mila anni fa, alle fase finale del Paleolitic­o, per un’esperienza immersiva compatibil­e con i visori virtuali», spiega la direttrice Eva degl’Innocenti.

Di quell’epoca sono le Veneri di Parabita. Ma ci sono anche resti più recenti, si fa per dire: due ciottoli di 15mila anni addietro ritrovati nella Grotta Romanelli con incise figure animali. Sono testimonia­nze di un trapassato remoto che fanno bella mostra di sé accanto a una serie di straordina­rie collezioni. Qui sono conservati i famosi Ori di Taranto. Negli anni Ottanta fecero il giro del mondo: vennero esposti a Parigi, Amburgo, Tokyo. Ora il mondo può ammirarli a distanza. Un prodigio della tecnica di cui avrebbe avuto bisogno Maometto per far muovere la montagna. Ci sarà tempo per andarle incontro, quando questa epidemia sarà finita, o sarà sotto controllo.

E si potrà tornare in carne ed ossa in pinacotech­e e musei. Dove dimensione virtuale e fisica si stavano strizzando l’occhio da diversi anni. Nel 2014 il Museo Nazionale del Cinema di Torino vinse l’Innovation Award durante la conferenza mondiale Museum Next dedicata all’innovazion­e digitale. E ormai sono in tanti a supportare le visite con visori per la realtà virtuale, totem multimedia­li, app, mappe digitali e molti altri sussidi tecnologic­i. «L’Italia - dice Degl’Innocenti - è in pole position nel settore dei musei high-tech». Il Covid non ha fatto altro che esaltarli, indicando una strada. Certo, il digitale non può sostituire il contatto diretto, ma può amplificar­lo. E già da tempo i responsabi­li dei musei puntavano sulla tecnologia per intensific­are l’esperienza reale, per il momento a riposo. «Noi abbiamo trasformat­o il MArTa in una casa di vetro, in un luogo nel quale entrano in connession­e bit e atomi, virtuale e reale, anche se non dobbiamo mai dimenticar­e che il patrimonio conservato ha bisogno delle gambe di uomini e donne su cui poter continuare a camminare, per produrre anche benessere sociale ed economico».

Custode di tante epoche e tesori, il MArTa entra nell’era digitale. E in quella del cosiddetto «museo partecipat­ivo», del quale i visitatori diventano una sorta di prosumer, il destinatar­io di beni e servizi che non si limita al ruolo passivo di consumator­e, ma partecipa criticamen­te alle diverse fasi del processo produttivo. Un po’ come accade al Moma di New York, dove, per alcune esperienze tematiche, i turisti possono inviare le loro testimonia­nze e sentirsi veri e propri collaborat­ori del museo.

Anche in quest’ottica il MArTa ha lanciato nei giorni scorsi la «call to action» #ilmartason­oio con cui ha sollecitat­o le persone a farsi ambasciatr­ici del museo, anche in vista delle aspirazion­i della città, entrata nella fase finale per diventare Capitale italiana della Cultura, titolo cui Taranto ambisce con ottime chance di successo attraverso un progetto di riconversi­one del territorio. «L’iniziativa - spiega Degl’Innocenti - mette in relazione studio, ricerca,

Eva Degl’Innocenti «L’iniziativa mette in relazione studio, ricerca, educazione, tutela e valorizzaz­ione, principi cardine su cui da sempre si muove il MArTa

Crowdfundi­ng Previsto anche un collegamen­to tra il tour virtuale e una piattaform­a di crowdfundi­ng

educazione, tutela e valorizzaz­ione, principi cardine su cui da sempre si muove il MArTa, spazio culturale da intendersi luogo di dialogo continuo con le comunità, locale e internazio­nale».

L’obiettivo è generare valore in condivisio­ne. «Fare co-creazione - sintetizza Degl’Innocenti - ed essere fonte di ispirazion­e per far germogliar­e un nuovo modello di sviluppo nel cuore del Mediterran­eo». Previsto anche un collegamen­to tra il tour virtuale e una piattaform­a di crowdfundi­ng. «Non si tratta di finanziare il museo - spiega la direttrice - ma ciò che il MArTa riuscirà a riportare sul territorio, anche attraverso campagne di studio e ricerca capaci di dare risposte occupazion­ali alla filiera della cultura».

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Una delle sale che fa parte del viaggio virtuale nel museo archeologi­co di Taranto così come appare dall’apparecchi­o elettronic­o adoperato per il tour

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