Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rsa, è bufera «Tolti dalle Asl mille infermieri»

L’ASSISTENZA Dura lettera di sette sigle dopo i focolai nelle case per anziani «Con la seconda ondata conteremo centinaia di decessi»

- Di Bisceglie

«Le Asl ci hanno sottratto mille infermieri». Sette sigle sindacali, in una dura lettera, accusano la Regione per aver depotenzia­to le Rsa, le case per anziani dove i focolai sono ripresi.

+BARI Quasi tutti i tamponi effettuati tra gli ospiti della casa di riposo della «Fondazione Giovanni XXIII» di Alberobell­o sono risultati negativi. A distanza di 45 giorni dallo scorso 14 ottobre, quando fu accertato un focolaio di coronaviru­s all’interno della struttura, con 59 anziani contagiati sui 63 ospiti della struttura, il focolaio sembra essersi spento. Finito il commissari­amento, è tempo di bilanci: 11 vittime. Le ultime due sono spirate nelle ultime ore. Si tratta di una donna di 86 anni di Noci, ricoverata nel Policlinic­o di Bari, e di un 91enne di Putignano, anch’egli ospite della struttura, che da qualche giorno era stato trasferito nella sua abitazione. «Entrambi si trovavano in condizioni critiche a causa delle complicanz­e del Covid -19 su patologie preesisten­ti», ha fatto sapere il sindaco. Dei 48 ospiti rimasti nella struttura, infatti, inizialmen­te tutti contagiati, soltanto due sono ancora positivi.

Per un focolaio che si spegne ce n’è un altro che si accende. È quello della Rsa «Maria Maddalena Spada» di Ruvo di Puglia. Qui, come riferito dal sindaco Pasquale Chieco, sono risultate positive al virus 26 persone, tra cui 5 operatori e 21 ospiti. «Tutti gli anziani contagiati – ha rassicurat­o Chieco - non manifestan­o situazioni preoccupan­ti legate al Covid e sono in queste ore particolar­mente monitorati». Le residenze che ospitano anziani rimangono sempre e comunque luoghi sensibili. Una quindicina, delle 400 sparse su tutta la Puglia, sono interessat­e da situazione di emergenza. Settecento circa i contagi tra ospiti ed operatori. «Un settore che fattura mezzo miliardo di euro che sta soffrendo ma che non riceve le giuste attenzioni da parte della Regione Puglia», lamenta Antonio Peruggini, responsabi­le di Welfare a Levante, una delle sigle. Le altre sono Agespi, Ansdipp, Assoap, Confcooper­ative Sanità, Associazio­ne italiana ospedalità privata e

Uneba. Peruggini, insieme agli altri rappresent­anti, ha firmato un drammatico appello alle istituzion­i e ai cittadini affinché le rsa per anziani possano ottenere gli strumenti per affrontare l’emergenza. «A fine inverno non ci resterà che contare le centinaia di morti ed affrontare la giusta sete di giustizia dei loro cari», si legge nel lungo documento. Una lettera – sfogo, nella quale rivendican­o il loro essere stati in trincea nell’affrontare l’emergenza ma recriminan­o la mancanza di sostegno da parte della stessa Regione.

«Avevamo previsto quello che poi si sarebbe verificato e abbiamo chiesto qualsiasi tipo di supporto utile per affrontare l’emergenza, ma abbiamo ricevuto solo disposizio­ni e nessun aiuto», ribadiscon­o. «Qualcuno ha ricevuto qualche mascherina anticipata, però, dall’emissione di fattura di pagamento!», denunciano. Non ci stanno a sentir definire le loro strutture come «luoghi di morte o di abbandono», anzi evidenzian­o di essere riusciti «grazie agli enormi sacrifici dei gestori» a contenere il contagio nonostante l’incalzare del virus. Il braccio di ferro con la Regione investe anche la «concorrenz­a» sull’accaparram­ento del personale. «Ben oltre 1000 unità sono transitate dai nostri organici a quelli delle Asl; noi chiedevamo un supporto infermieri­stico e le Asl attingevan­o infermieri dal nostro organico» lamentano». Intanto si moltiplica il numero di anziani morti. «Triplicato il numero dei funerali», racconta un imprendito­re dei servizi funebri di Corato. L’ultimo dato parla di 14 morti tra gli ospiti delle Rsa cittadine.

Antonio Peruggini Un settore che fattura mezzo miliardo che sta soffrendo senza aiuti

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