Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Chiude Lastation, baluardo dell’arte contemporanea
Sono state consegnate al Demanio le chiavi di Lastation, letteralmente ultima stazione sulla tratta delle ferrovie del Sud Est, a Gagliano del Capo, ma al secolo centro culturale divenuto un punto di riferimento per il territorio e per tutto il sistema dell’arte contemporanea. Chiude dunque i battenti uno spazio di grande levatura, piantato nel tacco estremo della penisola e nato con l’associazione Ramdom, sostenuta da un bando della Regione Puglia. L’idea alla base della riuscita esperienza è stata quella di avviare un confronto sull’arte contemporanea in territori poco avvezzi al tema, bypassando allineamenti a modelli precostituiti o già esistenti, con un occhio vigile alla sostenibilità culturale e alla geopolitica nel Mediterraneo.
Malgrado ciò, Lastation continua a operare, non solo perché, conferma Paolo Mele, (fondatore di Random con Luca Coclite), sono in corso trattative ancora top secret per il trasferimento dello spazio in un immobile sempre di area salentina, ma soprattutto perché sta andando a regime l’attività internazionale già in programma. A cominciare da Shangai dove il 22 gennaio Random inaugura la mostra di Emilio Vavarella, finanziata da Italian Council, il bando del Mibac a supporto della creatività contemporanea italiana e della sua promozione all’estero. Nel progetto dal titolo «rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me) - spiega Mele - l’artista ha “tradotto” il suo codice genetico in un tessuto, lavorato dalla madre con l’antico telaio Jacquard». Il rapporto tra DNA e tessitura, si esplicita con la genotipizzazione del patrimonio genetico, ossia con la trascrizione in un file, a sua volta utilizzato dal primo telaio automatizzato di epoca moderna (Jacquard), una sorta di computer ante litteram. Di qui l’interesse di Vavarella a coltivare l’idea che informatica e tessitura abbiano seguito le stesse traiettorie. Pertanto il processo creativo consente di ricondurre, in ogni momento, il tessuto realizzato dal telaio al proprio DNA in un’unione indissolubile tra fili di cotone e materia genetica. L’opera, destinata alla collezione permanente del Mambo di Bologna è attesa per la prossima primavera. In corso di lavorazione anche «Tools for Imagination», un altro progetto per l’Italian Council che coinvolge l’artista Céline Condorelli, di origine italiana ma di stanza a Londra. Tema della produzione il rapporto tra tempo libero e spazi museali. Anche questo lavoro troverà una collocazione stabile, nella fattispecie al Macro di Roma, dove approderà a ottobre. Si riflette sul tempo libero in rapporto a precisi paradigmi storici, industrializzazione, urbanizzazione, rivoluzione del lavoro e avvento della società di massa.