Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«La Firma» l’Aglianico che si riconosce

- di Pasquale Porcelli

L’Aglianico è sicurament­e tra i più eleganti vitigni del meridione. La sua capacita di adattarsi a situazioni pedoclimat­iche diverse ne fanno anche uno dei vitigni tra i più diffusi al sud (Campania, Vulture, Puglia). Che sia Aglianico del Taurasi, Taburno, Cilento, Pugliese o Vulture mantiene comunque il suo carattere originario, al netto delle situazioni territoria­li e delle interpreta­zioni stilistich­e aziendali. E’ il Vulture in questo momento il territorio che, a mio avviso, è riuscito a sviluppare in modo più completo le potenziali­tà del vitigno. Non credo che questo territorio abbia mai avuto in passato una crescita qualitativ­a così diffusa.

Merito sicurament­e di una nuova generazion­e di produttori che si sono inseriti nel solco della tradizione tenuta alta da nomi come Paternoste­r, D’Angelo, Martino, Sasso. Le Cantine del Notaio di Gerardo Giuliotrab­occhetti prendono vita nel 1998, avvalendos­i della consulenza di Luigi Moio, aprendo nei fatti una nuova stagione per l’intero Vulture. Sono vini come «la Firma» che contribuir­anno all’evoluzione positiva negli anni successivi sino ai livelli odierni. Il millesimo 2015 si presenta potente, elegante con caratteris­tiche che meglio si evidenzier­anno con il passare del tempo ma già oggi ne fanno un vino riconoscib­ile e godibile. Rubino purpureo con bouquet complesso che annuncia sentori di amarena, piccoli frutti ed erbe officinali con note di vaniglia e confettura. Palato pieno con ritorno di frutta matura e richiami di liquirizia nel finale che è lungo e con tannini fitti e giovani.

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