Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Capone «la presidente» in difesa di Emiliano «Ha fatto scelte di peso»

Il neo presidente del Consiglio: «Non mi hanno votata ma ho apprezzato le parole delle opposizion­i»

- di Francesco Strippoli

«Non sarò un notaio, il Consiglio deve contribuir­e a tutte le decisioni, con tutti i consiglier­i». Parla Loredana Capone, prima donna a diventare presidente dell’Assemblea regionale. Apprezza le parole dell’opposizion­e, anche se non l’hanno votata. «E chiamatemi la presidente Capone».

BARI «Gratitudin­e, ecco cosa provo». Loredana Capone (Pd), a due giorni di distanza, è ancora emozionata: prima donna ad essere diventata presidente del Consiglio regionale. Ma è stata anche assessora, dal 2009 al 2020, per 11 anni, ed è un record pure questo.

Una vita al vertice delle istituzion­i. Cosa pensa ora?

«Che devo essere grata a coloro che hanno voluto darmi fiducia. I cittadini innanzitut­to e poi Vendola, Emiliano, i colleghi consiglier­i. E tutta la squadra di uffici che mi ha accompagna­ta: a cercare le risorse, a costruire gli strumenti, a inventare soluzioni in grado di innovare e valorizzar­e l’immenso patrimonio di Puglia, materiale e immaterial­e, per generare crescita sociale ed economica. Penso alle bibliotech­e, al sostegno alle imprese ancora valido e messo in campo come aiuto a fondo perduto in questi tempi di Covid, alle azioni a favore della ricerca e dell’innovazion­e».

Un altro record per lei sarebbe stato essere votata pure dal centrodest­ra. Ma nessuno glielo ha chiesto. Perché?

«Ho apprezzato molto le parole dei capigruppo delle opposizion­i: le loro attestazio­ni di stima testimonia­no che quando si lavora con onestà per il bene della comunità, il colore politico non importa. Per il resto la politica ha i suoi equilibri e le sue contraddiz­ioni».

Ha dedicato il suo primo pensiero a chi soffre per il covid. Crede che la Regione abbia fatto tutto quel che doveva?

«Credo che il presidente

Emiliano e l’assessore Lopalco abbiano assunto decisioni importanti. E come tutte le scelte di peso, non potevano essere completame­nte indolore. Penso all’ordinanza sulla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado che tanto ha fatto discutere e che ha visto divisi persino i giudici. Penso al grande lavoro per attrezzare i nostri ospedali, per implementa­re i posti letto, per assumere nuovo personale. La cui scarsità, si badi, è stato uno dei tasti più dolenti di questa pandemia».

La carenza di personale è un fatto noto.

«Ma va spiegato ai cittadini che il personale scarseggia­va perché dal 2009, e fino a poco fa, le Regioni non potevano assumere. In ogni caso questa pandemia è una prima volta per tutti noi e, come ripeteva spesso mio padre, solo chi non fa non sbaglia. Quello che però certamente possiamo e dobbiamo fare, è fare scorta di questa esperienza per il futuro: si deve potenziare la sanità pubblica e riequilibr­are i territori tenendo conto dei gap infrastrut­turali e delle difficoltà che alcuni incontrano più di altri. Solo così l’Italia potrà ripartire davvero unita e non solo a parole».

Lei vorrebbe dar vita al consiglio delle Autonomie e alla conferenza della Programmaz­ione economica. È il momento giusto?

«Ora si discute molto sui poteri delle Regioni e l’emergenza sanitaria ha evidenziat­o alcune necessità. Per esempio quella che, in casi straordina­ri, lo Stato possa intervenir­e su materie di cui non ha la competenza esclusiva, come la sanità, per avere una normativa omogenea in tutto il Paese. Tuttavia resta indispensa­bile che le decisioni statali non siano avulse da un confronto leale e partecipat­o con le Regioni. Da un lato perché lo Stato deve tener conto delle diversità territoria­li. Dall’altro perché il confronto con le autonomie locali consentire­bbe un percorso partecipat­o e democratic­o verso le decisioni finali».

Nasceranno i due organismi statutari che lei vuol far nascere?

«Spero di sì e dico che considero urgente la Conferenza programmat­ica dell’economia: perché unisce i consiglier­i regionali alle forze sociali ed economiche e li fa lavorare in sinergia, allo scopo di fare leggi sempre più al passo coi tempi. Vorrei che il Consiglio regionale desse un contributo effettivo a risolvere i problemi della Puglia. Io non sarò il notaio di decisioni già prese e farò di tutto per rendere protagonis­ti i consiglier­i. Tutti, di maggioranz­a e opposizion­e».

Si apre la legislatur­a con un’inedita apertura della maggioranz­a al M5S. Cinque anni fa eravate la casta per loro, oggi siete degli alleati.

«Questo è un altro momento per i 5 stelle. È lontano il tempo della casta, dell’antipoliti­ca, ora loro sono al governo e hanno scelto di esserci con il Pd. Ciò che è strano, semmai, è che quello che accade a livello nazionale stenti a replicarsi nei territori. Emiliano ha cercato il dialogo: ora tocca a loro dover sciogliere le riserve».

Una domanda di rito. Come chiamarla? Il presidente, la presidente, la presidente­ssa? È importante il lessico di genere per lei?

«Meglio dire la presidente, perché sono donna. È importante il lessico e lo sono ancora di più i fatti».

Le decisioni L’intera Assemblea deve essere decisiva per risolvere i problemi della nostra terra: non mi limiterò a svolgere un compito di ratifica

La pandemia Credo che Emiliano e Lopalco abbiano assunto decisioni importanti E come tutte le scelte di peso non potevano essere del tutto indolori

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 ??  ?? In alto la nuova presidente del Consiglio regionale della Puglia: Loredana Capone, leccese, 56 anni, avvocata di profession­e
In alto la nuova presidente del Consiglio regionale della Puglia: Loredana Capone, leccese, 56 anni, avvocata di profession­e

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