Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Ora, e alla svelta, i test rapidi»
BARI Maria Chironna, responsabile del laboratorio di epidemiologia molecolare dell’unità operativa di Igiene del Policlinico di Bari, accanto ai tamponi nasofaringei molecolari, sono giorni ormai che sentiamo parlare di test antigenici rapidi per la diagnosi del Covid 19. Cosa sono esattamente?
«Questi test rilevano l’antigene S, cioè la proteina spike del virus, sempre attraverso un tampone nasofaringeo, ma richiedono un tempo variabile da 15 a 30 minuti per la rilevazione della negatività o positività».
Sono affidabili?
«In commercio ne esistono diversi, sia dal punto di vista degli strumenti di lettura che della sensibilità e specificità. Comunque un test antigenico positivo va sempre confermato con un test molecolare».
Ma allora a che servono?
«L’uso di test antigenici rapidi è appropriato sia in ambienti ad alta prevalenza di infezione, cioè con un alto livello di circolazione del virus, che di bassa prevalenza. In questo momento in Puglia la capacità di tracciamento è saltata e il virus circola liberamente. I test antigenici rapidi sono tanto più importanti ora perché servono ad effettuare uno screening di massa, con un alto valore predittivo positivo, nel senso che se un soggetto risulta positivo al test antigenico rapido, è altamente probabile che abbia davvero contratto l’infezione. Ci sono persone, che non sanno di essere state contagiate, di cui molte asintomatiche, che non vengono intercettate».
Quindi qual è l’obiettivo da raggiungere?
«Lo screening con i test antigenici sarebbe utile a individuare proprio quei soggetti asintomatici con una elevata carica virale che possono essere fonte di contagio da Sars-Cov-2. Gli stessi contatti stretti o allargati di casi accertati spesso sfuggono alle maglie del controllo diagnostico. I test funzionano bene anche nei presintomatici e nei sintomatici nei primissimi giorni. Di contro, la scarsa sensibilità dei test antigenici potrebbe portare, in un soggetto con bassa carica virale, a un falso negativo. È un problema, perché la carica virale bassa non esclude la capacità di infettare, ma ne diminuisce solo la probabilità».
Maria Chironna Attenti: il fai da te è fuorviante e pericoloso per gli errori di interpretazione