Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La rivolta dei ristoratori «Riaprire fino alle 18? Meglio tenere chiuso»
L’appello delle associazioni al governatore
In vista del prossimo Dpcm con cui saranno fissate le nuove regole per i locali, i ristoratori avvertono: piuttosto che rimanere aperti fino alle 18 meglio tenere tutto chiuso. «Chiederemo a tutti i ristoratori italiani di unirsi alla nostra protesta per far cadere il velo da quello che è un volgare inganno che rischia di affossare definitivamente un settore già in ginocchio», rileva Gianni del Mastro, presidente dell’associazione “We are in Bari Vecchia”.
BARI Parte da Bari la rivolta dei ristoratori che minacciano la chiusura a oltranza dei loro locali nel caso in cui il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, atteso per giovedì prossimo, dovesse prevedere il passaggio della Puglia dalla attuale zona arancione a quella gialla, con aperture di pub e ristoranti fino alle 18, compresi i giorni di festa. È possibile, infatti, che dopo il 3 dicembre, molte se non tutte le regioni italiane, diventino gialle, ma con alcune restrizioni. «Chiederemo a tutti i ristoratori italiani di unirsi alla nostra protesta per far cadere il velo da quello che è un volgare inganno che rischia di affossare definitivamente un settore già in ginocchio», rileva Gianni del Mastro, presidente di «We are in Bari Vecche chia», una delle più antiche associazioni del settore, da anni impegnata nella riqualificazione del centro storico del capoluogo. I ristoratori hanno rivolto un appello analla Regione Puglia per la costituzione di un tavolo di confronto permanente con gli operatori del settore, non solo «per l’immediato, ma anche e soprattutto in prospettiva, considerata l’importanza strategica del comparto che negli ultimi anni ha rappresentato un tassello essenziale nella rinascita dell’immagine della Puglia nel mondo».
Il presidente Michele Emiliano ha risposto a stretto giro di posta dando la propria disponibilità ad un incontro da remoto che si terrà domani alle 10. Del Mastro spiega che «far rientrare le regioni in zona gialla con la chiusura dei locali alle 18 è solo un escamotage per evitare i ristori. Questo significa condannare a morte sicura un settore già duramente provato dal primo lockdown – sottolinea il referente dell’associazione - Se ci dovesse essere un altro giro di vite, l’80 per cento delle nostre attività è destinato a chiudere». Secondo Confcommercio, delle 30mila aziende pugliesi del settore, in 22mila rischierebbero di abbassare le serrande. In pericolo anche i posti di lavoro della filiera legata al settore. Il passaggio alla zona gialla è vissuta dall’opinione pubblica come una opportunità. «Ma non lo è – tuona del Mastro – perlomeno non nei termini prospettati. A pranzo non gira nessuno. Il lavoro agile ha ridimensionato se non azzerato i clienti». Quanto alla Regione, gli operatori del settore si aspettano un cambio di passo. «Non si è mai sentita in questi mesi la necessità di coinvolgere rappresentanze di noi operatori sul campo per poter condividere decisioni fondamentali per il nostro futuro – lamentano i ristoratori - L’insediamento della nuova giunta regionale consente ora di pianificare con anticipo anche rispetto al prossimo bilancio un piano di interventi. Siamo vittime, ormai da mesi, di campagne mistificatorie che hanno alimentato paure ingiustificate nella gente rispetto alla sicurezza, peraltro non suffragate da nessun dato statistico. La verità è stata ribaltata».
Per il rilancio del settore, i ristoratori chiedono alla Regione «di farsi carico di una forte campagna di comunicazione che sia lungimirante anche rispetto allo strategico futuro turistico. Non possiamo – sottolinea del Mastro - assistere indifferenti alla nostra lenta agonia».
❞ Gianni Del Mastro Significa condannare a morte un settore già provato