Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I Boomdabash si celebrano con un’antologia e tre inediti

Il gruppo brindisino presenta «Don’t Worry», album antologico con tre inediti

- di Nicola Signorile

Guida al mondo Boomdabash, tra pagine di storia privata, tanti tormentoni («Sì, chiamateli pure così, a volte tormentano anche noi») e qualche messaggio positivo per i più giovani. Si può riassumere così il concept di Don’t Worry (Best of 2005-2020), la raccolta di 22 brani che ripercorre 15 anni di carriera della band, in uscita l’11 dicembre su etichetta Soulmatica­l Music/ Polydor. Un «regalo per chi ci ha seguito in questi anni», che contiene anche tre inediti, il primo dei quali dà il titolo al cofanetto.

«Un disco - spiega Biggie in un’affollata conferenza on line di lancio - pensato anche per farci conoscere da chi ci ha scoperti da poco e non sa chi eravamo prima». Gli anni difficili dell’anonimato in una provincia di Brindisi povera di prospettiv­e, raccontati nell’inedito Nun tenimme paura, realizzato con l’artista napoletano Franco Ricciardi. «È il primo pezzo davvero autobiogra­fico dei Boomdabash – racconta –; è il nostro ultimo lato rimasto nascosto, non abbiamo mai parlato di chi eravamo, perché spesso le difficoltà della vita possono essere strumental­izzate. Noi siamo quattro ragazzi che vengono dal nulla – prosegue - cresciuti per strada, le nostre famiglie erano modeste, la strada è stata complicata. Negli anni ’90 c’era la Sacra Corona Unita, a Mesagne le prospettiv­e erano poche, era più facile prendere la strada sbagliata. Noi vivevamo già il coprifuoco».

Mattone su mattone la musica è diventata la «via d’uscita», mentre molti cercavano di dissuaderl­i, «non andrai da nessuna parte, ci dicevano». Come se non bastasse, durante le registrazi­oni del primo disco in uno studio arrangiato in una casa di campagna, «ci rubarono tutto – ricorda Blazon – con tanti sacrifici avevamo acquistato microfoni e computer, volevano punirci perché provavamo a crearci un’alternativ­a. Come ti rialzi da una cosa del genere?». Il messaggio è chiaro: le cadute ci stanno, l’importante è non mollare.

I primi 15 anni salutati in video dagli amici/artisti con cui hanno realizzato le hit degli ultimi anni contenute nel disco: Alessandra Amoroso (Mambo salentino, A tre passi da te e Karaoke), Rocco Hunt (Gente del Sud), Loredana Bertè (Non ti dico no) e J-Ax (Il solito italiano), «il primo a credere in noi». Featuring che nascono «dalla stima e dall’amicizia». Parlando con la band vengono fuori spesso parole come valori, messaggio, sacrificio. Un’attitudine «popolare», lontanissi­ma dagli stilemi dell’universo urban ormai imperante. E una sincerità che fa dire a Biggie: «La mia paura più grande è perdere questo sogno che ci siamo costruiti, affrontare quel momento in cui calerà il sipario».

Intanto, il brano Don’t Worry è un inno alla speranza che sembra nato proprio per questo momento difficile, una colonna sonora del Natale. «Speriamo, in realtà è stato scritto un anno fa. È molto distante dalle nostre produzioni consuete», precisa Ketra che forma anche la coppia d’oro dei producer italiani con Takagi. La Puglia, anzi il Salento, è sempre al centro delle loro vite. «Ringhiamo se qualcuno calpesta le nostre origini». «Non c’è rispetto per chi le rinnega - chiarisce Biggie – il Sud è una realtà dove è più difficile fare alcune cose, ma vuol dire solo che ci devi mettere più impegno. Ai ragazzi vogliamo dire: provateci sempre e difendete la vostra terra».

Niente paure

«Veniamo dal nulla, non è stato facile. In questo disco lo cantiamo pure in Nun tenimme paura, il brano realizzato con Franco Ricciardi»

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Sopra, la copertina dell’album, il «best of» Don’t Worry. A destra, ritratto di gruppo per la band di Mesagne, tanta gavetta e poi tanto successo
Ritratti Sopra, la copertina dell’album, il «best of» Don’t Worry. A destra, ritratto di gruppo per la band di Mesagne, tanta gavetta e poi tanto successo

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