Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’affondo di Zullo «Ecco gli errori fatti da Emiliano»
«Regione nel caos a causa della disorganizzazione». Ignazio Zullo, capogruppo FdI e medico igienista, critica le scelte di Emiliano sull’epidemia.
BARI «Il sistema è in preda alla disorganizzazione». Ignazio Zullo, capogruppo FdI e medico igienista, è un implacabile censore delle decisioni della macchina regionale.
Cosa c’è che non va? La situazione della Puglia non è simile a quella di altre Regioni del Sud?
«La Puglia sta peggio. Si veda i dati sulla mortalità grezza (i decessi sulla popolazione totale) e quella specifica (sul numero dei positivi). Sta peggio anche della vituperata Campania. Sui dati dell’ultima settimana, la Puglia è prima in Italia, assieme alla Lucania, per tasso di incremento dei contagi rispetto alla settimana precedente. Non si fanno i tamponi o li si fa in ritardo, il vaccino antinfluenzale non arriva, manca l’assistenza e il monitoraggio per le migliaia di pugliesi che sono in isolamento domiciliare, è lenta la fase di “sbarellamento” quando le ambulanze arrivano ai Pronto soccorso».
A cosa attribuisce queste debolezze? «Alla mancanza di organizzazione. Il sistema non è stato preparato dopo la prima ondata a reggere gli effetti della seconda. Il ministero, in estate, quando ha elaborato i 21 criteri sulla valutazione dei territori, ha chiamato le Regioni a vari adempimenti. La Puglia non ha risposto adeguatamente».
A cosa si riferisce?
«Alla Regione si chiese di implementare le Terapie intensive (TI) affinché quelle covid non superassero il 30% del totale. Emiliano in agosto, presentando il piano, previde un incremento di 276 TI. Annunciò che voleva portare il numero totale (covid e non) da 304 a 580. Ora ne abbiamo 366. Il 30% chiesto dal governo è abbondantemente superato e siamo al 43-44».
Si sta rimediando con l’ospedale mobile a Bari.
«Una gara fatta in urgenza, invitando tre aziende e impegnando 10 milioni. Per cosa? Per avere Terapie intensive da aprire tra 45 giorni. Noi ne abbiamo bisogno oggi e dobbiamo augurarci che tra 45 giorni quelle TI non servano più. Ma voglio aggiungere un aspetto».
Dica pure.
«È indispensabile l’uso dei tamponi rapidi. In Puglia è saltato il sistema delle tre T: tracciare, testare, trattare. L’epidemia è così estesa che è saltato il tracciamento. Quindi occorre agire su una “popolazione bersaglio” con test di screening alla ricerca dei positivi. Il test di screening è quello rapido antigenico. La Regione non lo sta facendo».
Perché, secondo lei?
«Mentre il virus corre alla velocità della luce, la Regione viaggia alla velocità della tartaruga. Si limita a comunicare il bollettino dei numeri: manca il passaggio successivo, il che fare per contrastare l’epidemia. Emiliano si lamenta degli scienziati e dimentica di averne nominato uno come assessore».
Per la verità Emiliano allude alla sottovalutazione da parte del governo.
«Una tesi che non persuade. Il governo, con i 21 criteri, aveva chiamato le Regioni a prendere alcune misure. Comprese quelle per le TI e l’assunzione di un operatore sanitario ogni 10mila abitanti per il tracciamento: in Puglia sarebbero stati 400. Come si fa a dire che il governo ha frenato? Assunzioni saltate e dipartimenti di prevenzione ormai privi di forze».
Lei critica Emiliano tutti i giorni: sarebbe disponibile a collaborare con la giunta?
«Noi diamo suggerimenti e collaboriamo con la giunta anche con i nostri comunicati di critica. La domanda, però, non è se siamo disponibili noi a collaborare, ma se Emiliano è aperto all’ascolto. Lo è? Temo di no. Il governatore non ci ascolta e temo non ascolti neppure la sua maggioranza. Ad ogni modo, se chiamasse saremmo disponibili a dare il nostro contributo: in Aula oppure in commissione, certo non al bar».
Della nuova giunta che pensa?
«Giudicheremo dall’operato. Anche qui il problema è capire quanto margine di autonomia concede Emiliano ai suoi assessori. Finora non ne ha concesso nessuna: i vecchi assessori, anche per fare un comunicato dovevano essere autorizzati. Emiliano mostra una inadeguatezza di governo che nuoce ad una nobile regione come la Puglia».