Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’assassino di Noemi chiede di lavorare

Nel 2017 seppellì la ex ancora viva. La madre della ragazza: «Se ne resti in carcere»

- Claudio Tadicini

«Che sconti tutta la sua pena in carcere». Così reagisce la mamma di Noemi Durini alla notizia che l’ex fidanzato della ragazza - seppellita viva e uccisa il 3 settembre del 2017 nelle campagne di Specchia - ha chiesto di lavorare fuori dal penitenzia­rio minore usufruendo di eventuali benefici di legge. Al momento l’avvocato di Lucio, il giovane assassino, non ha ancora inoltrato alcuna istanza. Il beneficio però non arriverebb­e prima di un anno e mezzo.

LECCE «Che sconti tutta la sua pena in carcere». È netta e inamovibil­e la posizione della famiglia di Noemi Durini davanti all’ipotesi che Lucio M., oggi ventenne, ex fidanzato della studentess­a di Specchia e reo confesso del suo omicidio, possa uscire dal carcere di Quartucciu per lavorare al di fuori della struttura minorile di Cagliari, dov’è detenuto da circa tre anni. L’assassino della giovane, ammazzata all’età di 16 anni nel settembre 2017, sta scontando la condanna definitiva a 18 anni e 8 mesi per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dalla premeditaz­ione e dai futili motivi.

Nei giorni scorsi, però, il ventenne originario di Montesardo (frazione di Alessano) ha chiesto al suo avvocato Luigi Rella se ci sia la possibilit­à di lavorare anche fuori dal penitenzia­rio minorile. Al momento il suo legale non ha ancora inoltrato alcun’istanza, perché il beneficio potrebbe essere applicato una volta scontato almeno un quarto della pena. Potrebbe quindi riparlarse­ne tra almeno un anno e mezzo. Il solo pensiero che l’assassino di Noemi possa uscire dal carcere, sia pure per qualche ora al giorno, ha scatenato la rabbia della signora Imma Rizzo, madre della giovane vittima: «Questa non è giustizia – dice – stiamo parlando di un assassino, che ha ucciso mia figlia. Spero che quest’istanza, quando sarà presentata, venga rigettata: deve restare in carcere fino alla fine della pena. È assurdo che abbia beneficiat­o del trattament­o sanzionato­rio riservato ai minori, dopo tre mesi avrebbe raggiunto la maggiore età. La legge deve cambiare, non può tutelare gli assassini». Dello stesso avviso di mamma Imma è anche Benedetta, sorella di Noemi, che su Facebook scrive: «Sono indignata, tutto questo è veramente assurdo, inconcepib­ile. Dopo quello che ha commesso, in un modo disumano e crudele, come possiamo accettare che un essere così crudele possa anche solo per 10 secondi tornare in libertà?».

Poi la sorella di Noemi aggiunge: «Ha tolto la vita ad una ragazza di 16 anni, distrutto una famiglia e l’integrità

Imma Rizzo Mia figlia merita giustizia, spero l’istanza venga respinta

psichica di ognuno di noi, che ogni giorno dobbiamo convivere con questo dolore atroce». La giovane poi continua: «Come si può permettere la libertà a un essere così? Non è contemplab­ile, per un senso di giustizia e memoria nei confronti di Noemi e di tante altre vittime. Per un senso di rispetto nei confronti delle famiglie che, come la mia, devono convivere con la paura che quegli assassini vengano liberati».

L’omicidio della studentess­a risale al 3 settembre 2017, ma il suo corpo fu ritrovato dieci giorni dopo la scomparsa, sotto alcune pietre nelle campagne di Castrignan­o del Capo. Agli investigat­ori Lucio M. (che avrebbe di lì a poco compiuto 18 anni) confessò di avere colpito Noemi con delle pietre e poi con una coltellata alla nuca, prima di seppellirl­a ancora viva sotto i massi di un muretto a secco.

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La vittima Noemi Durini (a destra) con il fidanzato, Lucio M.

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