Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Stangata sul narcotraffico Condanne pesanti per due clan del Gargano
BARI Pene fino a 14 anni di reclusione nei confronti di alcuni esponenti della criminalità del Foggiano. Con la sentenza emessa lo scorso primo dicembre, il gup del Tribunale di Bari al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato ha condannato otto affiliati ai clan Li Bergolis di Monte Sant’Angelo e Bayan Papa Ricci di Lucera ritenuti responsabili di aver costituito un’organizzazione dedita all’acquisto, alla detenzione e alla vendita di sostanze stupefacenti: un procedimento penale nato in seguito all’inchiesta «Friends» della procura distrettuale antimafia di Bari effettuata tra il
2015 e il 2019 nel territorio garga- nico e culmina- ta nel novembre del 2019 con l’arresto di 24 persone, esponenti di entrambi i clan finiti sotto indagine.
Tra gli otto foggiani condannati c’è anche Libero Lombardi, affiliato al clan Li Bergolis, condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione e ritenuto responsabile di essersi associato all’organizzazione criminale dedita all’acquisto, alla detenzione e alla cessione di sostanze stupefacenti di vario tipo, tra cui hashish e cocaina. Condannati anche Luigi De Amicis a 2 anni e 2 mesi, e Michele Piserchia ad un anno e 8 mesi, ritenuti responsabili, rispettivamente, il primo di aver custodito per conto dell’organizzazione criminale lucerina due pacchi di hashish precedentemente acquistati da esponenti del gruppo Li Bergolis, il secondo di aver venduto cocaina ad un affiliato del clan garganico.
L’inchiesta della Dda di Bari è nata in seguito ad un’altra indagine sulle pressioni esercitate dalla malavita foggiana su imprenditori locali attivi nel campo della trasformazione di prodotti agricoli, affinché assumessero alle loro dipendenze pregiudicati spacciatori i quali a loro volta acquistavano le sostanze stupefacenti dal clan di Lucera.
Furono inoltre accertati approvvigionamenti di sostanze stupefacenti che il clan lucerino otteneva da esponenti di un gruppo camorristico che operava tra Castellammare di Stabia e Pompei oppure da appartenenti del gruppo criminale Li Bergolis, operante in Monte Sant’Angelo e da pregiudicati della malavita cerignolana.