Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Legionella in corsia, interrogati i manager Gli indagati adesso salgono a sette
BARI «Ad oggi non c’è certezza su nessuna delle morti. Sul primo decesso (avvenuto nel 2018, ndr) c’è anzi una certezza contraria perché, come risulta dalla cartella clinica, il ceppo batterico individuato nel campione biologico è diverso da quello individuato nella rete idrica del reparto ospedaliero». L’avvocato Michele Laforgia, difensore della direttrice sanitaria del Policlinico Matilde Carlucci, prova a fornire una ricostruzione diversa al termine dei primi interrogatori di garanzia dei dirigenti dell’azienda sanitaria indagati nell’inchiesta per la morte di quattro pazienti colpiti da legionella nei padiglioni Chini e Asclepios, sequestrati la settimana scorsa con facoltà d’uso.
Oltre a Carlucci, che si è difesa sostenendo di aver svolto tutta l’attività prevista dalle linee guida per la prevenzione della legionellosi, i pm Alessio Coccioli e Grazia Errede accusano il direttore generale Giovanni
Migliore, il direttore amministrativo Tiziana Di Matteo, il direttore Area Tecnica Claudio Forte e il responsabile della Sanità pubblica dipartimentale Giuseppe Calabrese, di omissione di atti d’ufficio e di morte come conseguenza di altro delitto. Nello stesso fascicolo, nelle ultime ore, sono confluite anche le posizioni di due medici sui quali era già in corso una inchiesta per la morte di uno dei pazienti, l’80enne Gennaro Del Giudice.
Si tratta del direttore del reparto di Medicina Interna, Carlo Sabbà e di Antonio Perrone che aveva in cura l’anziano.
Davanti al gip, Giuseppe De Benedictis, sono comparsi ieri oltre alla Carlucci, Migliore e Di Matteo, difesi dall’avvocato Carmelo Piccolo. Il dg ha sottolineato «l’attivismo dell’amministrazione del Policlinico sin dal primo momento». Di Matteo si è difesa sostenendo di svolgere un ruolo amministrativo.
Lunedì è previsto l’interrogatorio di Forte. Quello di Calabrese non è stato fissato per motivi di salute. La settimana prossima il gip deciderà sulle richieste di interdizione.