Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Un’associazione benefica base dello spaccio
Blitz antidroga dei carabinieri. Diciannove arresti. A organizzare il traffico due cugini di Palo
BARI «Conversazioni telefoniche particolarmente allarmanti rivelatrici di una elevata propensione a delinquere e di una ostinata riluttanza all’osservanza dei precetti normativi». Tanto che gli indagati «in piena emergenza pandemica proseguivano i propri traffici illeciti, non lesinando trasferte, anche con mezzi pubblici, al di fuori dei propri comuni di residenza, pur di ottenere le forniture necessarie ad alimentare l’attività di spaccio da cui traevano sostentamento». Lo scrive il gip Paola Angela De Santis nel provvedimento cautelare notificato ieri mattina dai carabinieri di Molfetta, coordinati dalla Procura di Bari, a 19 persone nei comuni di Palo del Colle, Modugno, Bitonto, Corato, Bisceglie, Trani e Ruvo di Puglia: 9 sono finiti in carcere, altri 9 ai domiciliari e ad un altro è stato notificato il divieto di dimora. Detenzione e spaccio di stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantitativo è il reato contestato.
Le indagini sono iniziate nei primi mesi del 2020 durante il periodo del lockdown ed hanno accertato una attività di spaccio (eroina, in particolare) con base logistica a Palo del Colle, all’interno di una associazione benefica, la «Beneficienza per Palo», nel centro storico della città, dove gli indagati – emerge dall’attività dei carabinieri - «erano soliti trattenersi per pianificare i traffici illeciti» e dove «custodivano» la sostanza stupefacente. Nella sede dell’associazione gli investigatori hanno inoltre trovato 126 bigliettini da visita con la dicitura di una inesistente attività commerciale e un numero di telefono, che consegnavano ai tossicodipendenti.
La rete dei pusher – secondo l’accusa – era gestita da due cugini omonimi Vito Giuseppe Marcello, di 27 e 29 anni e il numero di telefono sui bigliettino da visita apparteneva ad uno di loro. Oltre ai due cugini Marcello, sono finiti in carcere Cosimo Carione, Michele Ungaro, Anna Cafaro, Hosni Abidi, Salvatore Carducci, Leonardo Amorese e Gianluca Carnicelli. I fatti contestati risalgono al periodo tra febbraio e maggio 2020, in pieno lockdown per l’emergenza Covid e in quei mesi sarebbero stati accertati quasi settemila episodi di spaccio «a favore» di 150 acquirenti. Dalle intercettazioni telefoniche captate dai carabinieri è emerso inoltre che la droga veniva chiamata con un linguaggio in codice come, ad esempio, «quattro chili di funghi freschi», «due angeli», «dieci litri», «due maglie» e «una mano», oltre a nomi propri di persona per distinguerle: «Maria» per indicare la marijuana, «Laura» e «Angela» per l’eroina e infine«Nino» per la cocaina.