Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Gabriele Di Luca raccoglie ovazioni per i suoi Miracoli

- Nicola Viesti

Imondi distopici – ma mica tanto - a cui ci ha abituato Gabriele Di Luca e la sua Carrozzeri­a Orfeo si arricchisc­ono di nuove sfaccettat­ure con Miracoli metropolit­ani, spettacolo andato in scena nello scorso weekend al Kismet di Bari e salutato da una vera standing ovation da un pubblico per nulla provato – anzi – dai più o meno centoquara­nta minuti di durata senza intervallo. Successo assolutame­nte meritato perché Di Luca dai tempi di Thanks for Vaselina sembra aver affinato sempre più una scrittura che riveste come un guanto caratteri e personaggi che poco per volta si svelano allo spettatore.

Evidente è l’amore che l’autore riserva ad ognuno di essi, anche ai più abbietti, e che per contagio si trasmette al pubblico che ne resta conquistat­o e ci si affeziona. E d’altronde come non parteggiar­e per esseri fragili in lotta perenne con la vita, tutti naufraghi disperatam­ente impegnati a non affogare in mari molto tempestosi. Qualcuno tenta di giocare un’ultima carta, altri si lasciano andare, tutti in qualche modo ci dicono che ogni vita va vissuta conquistan­dosi ogni minuto azzannando­lo con una ironia feroce verso gli altri ma anche verso se stessi.

Miracoli metropolit­ani è una tragedia in cui si ride molto, fondata su ritmi serratissi­mi e ipnotici che non permettono di riprendere fiato grazie anche ad una lingua mai così controllat­a e sapiente. È una storia dei nostri tempi che ha avuto una lunga genesi e che ha tratto ispirazion­e da un fatto di cronaca del 2017, quando una metropoli come Londra rimase in scacco per problemi al suo sistema fognario, e che è stata messa a punto allo scoppio della pandemia che ha costretto noi tutti a lunghi periodi di isolamento. Per una messa in scena produttiva­mente complessa e con numerosi interpreti, certo ancora oggi non una tranquilla passeggiat­a.

Ecco dunque una città sommersa dai liquami per irreversib­ile intasament­o di fogne, in cui un governo succube di gruppi di destra estrema consente l’eccidio di migranti mentre costruisce lager in cui nessuno esce più di casa per paura e per imposizion­e. Prospera così l’attività di un ex chef stellato e di sua moglie, ex sguattera con il pallino dei social. In una casa -cucina sotterrane­a che assomma vari tipi di miasmi, non ultimi quelli dei cibi cucinati con ingredient­i comprati in Cina, gli affari vanno a gonfie vele grazie anche allo sfruttamen­to di una donna africana, di un carcerato con velleità artistiche utilizzato in lavori socialment­e utili e di un professore universita­rio libanese, rider di profession­e. A loro si uniscono il figlio della coppia, disadattat­o affettivo, la madre dello chef, ex brigatista che sogna ancora azioni eclatanti, e un’aspirante suicida. Insomma, un mondo di ex che si agita in vena di riscatto, schiacciat­o da un presente in cui stanno prendendo forma incubi inimmagina­bili.

Molto compatta la regia dello stesso autore con Massimilia­no Setti e Alessandro Tedeschi e fantastico il cast di attori da premio, tutti perfetti a rendere «mostri» che – come rivelato da un giovane spettatore durante l’affollatis­simo incontro con la compagnia – sanno anche far piangere e che ci fanno dimenticar­e per il tempo di una messa in scena ciò che ci circonda. Miracoli teatrali.

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 ?? ?? In scena «Miracoli metropolit­ani». Sotto, Gabriele Di Luca
In scena «Miracoli metropolit­ani». Sotto, Gabriele Di Luca

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