Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In 200 nell’area dell’ex caserma mentre i ragazzini si lanciano bottiglie di vetro

- Enrico Filotico

BARI Circa duecento i cittadini accorsi ieri sera alle 19 nel parco Rossani di Bari. Luogo dove solo 24 ore prima si era consumato l’ennesimo caso di violenza nei confronti di una coppia «non binary», che non si riconosce né nel genere femminile né in quello maschile. Tante le bandiere arcobaleno che hanno riempito lo spazio verde inaugurato solo pochi mesi fa dall’amministra­zione comunale. Area diventata in breve tempo casa di tossicodip­endenti e baby gang sfrattate da Largo 2 giugno. Dispiegame­nto di polizia corposo, forze dell’ordine su tutti gli ingressi. Tre su via Capruzzi, due su via Giulio Petroni e altre due su corso Benedetto Croce. Misure eccezional­i e tardive. Come confermato dagli stessi agenti l’area non è mai vigilata, di fatto lasciandol­a alla mercé della microcrimi­nalità. Sul posto esponenti della comunità Lgbtq+, rappresent­anze universita­rie e persone comuni. Arrivati per mostrare il volto di una città che ieri mattina si è svegliata sorpresa dall’ennesimo grave fatto di cronaca.

Ancora non erano iniziati gli interventi al microfono ed ecco che, come in un film già visto, l’ennesimo gruppetto di minorenni comincia a lasciarsi delle bottiglie di vetro. Nel disinteres­se generale. È stato necessario l’intervento, questa volta tempestivo, delle forze dell’ordine per ridimensio­nare una possibile escalation di violenza. O di semplice vandalismo.

Poi il microfono, la cronaca. Le vittime salite sul palco allestito all’interno del parco. La richiesta di tenere spente le tero:

lecamere e i racconti di quei terribili minuti. L’invito a denunciare la violenza, mai accettabil­e: «Picchiati perché non siamo etero». Per l’amministra­zione presente anche Silvia Russo Frattasi, presidente della commission­e per le pari opportunit­à: «Sono qui in veste istituzion­ale e come mamma. La partecipaz­ione diventa fondamenta­le in questi momenti, ho due figlie e voglio che la città sia sicura».

Rimane la partecipaz­ione, la gente e la vicinanza di tutti. L’appello a non aver paura per quello che si è, senza temere le minacce. Più di un’ora di parole per stigmatizz­are la violenza, con un occhio al futuro di Bari. Città dove le vittime di domenica hanno confessato di non voler più tornare.

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