Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Quel pasticcio

Emanuele Imperiali

- Di

Nel decreto varato dal governo, su spinta di Forza Italia che si è battuta fino all’ultimo per una breve proroga almeno a favore di quanti avevano realizzato almeno il 70% delle opere, a poche ore dal fatidico San Silvestro, è stato stabilito che i meno abbienti, con redditi molto bassi, possano continuare per qualche mese a fruire dell’agevolazio­ne al 110%. E tutti gli altri che si sono fidati delle promesse di Palazzo Chigi? Anche se è vero che c’era Giuseppe Conte alla presidenza del Consiglio e non Giorgia Meloni, la legge vale comunque per tutti, a prescinder­e dalle maggioranz­e che si possano costituire. La certezza, perché a questo punto non è neppure più il caso di parlare di rischio, è che tutti questi proprietar­i dovranno decidere che cosa fare, essendo rimasti con la patata bollente nelle mani, per il solo fatto di essersi fidati della parola scritta su carta da un governo. Molti non hanno neppure i soldi per proseguire i lavori investendo di tasca propria il 30% del totale, perché dal 1° gennaio l’incentivo è calato al 70%, e quindi sospendera­nno tutto, con le imprese che resteranno dalla sera alla mattina senza lavoro e gli operai messi sul lastrico. Per di più con palazzi non finiti, veri e propri scheletri ingabbiati dalle transenne che resteranno lì chissà per quanto tempo a futura memoria. Molti altri andranno dagli avvocati per fare causa alle ditte appaltatri­ci, accusandol­e di non aver terminato le opere per tempo, con processi che dureranno anni. Per non parlare dei tanti, i più, che avevano ceduto i bonus fiscali alle imprese: ora non valgono praticamen­te più quasi nulla, diventati di punto in bianco carta straccia, anche perché - non è superfluo ricordarlo - per mesi questi crediti sono rimasti incagliati, provocando ritardi, in quanto il sistema bancario non era in grado di assorbirli. E, per fortuna, che almeno nel decreto di fine anno su spinta del vice premier Antonio Tajani, si è deciso di bloccare eventuali accertamen­ti dell’Agenzia delle Entrate sull’utilizzo al 100% del superbonus, anche se i lavori non sono terminati e non si è migliorato di almeno due classi energetich­e l’efficienta­mento degli edifici. Altrimenti, dopo il danno la beffa: perché l’ufficio delle imposte avrebbe potuto richiedere ai proprietar­i la restituzio­ne dell’intero bonus fiscale, provocando pignoramen­ti e fallimenti a catena.

Insomma, un vero pasticcio che pagano i cittadini. I quali si sono fidati di una legge dello Stato, perché è vero che ci sono state truffe, ma, numeri alla mano, sono state un’esigua minoranza rispetto al numero di proprietar­i perbene che avrebbero solo voluto mettersi in regola con le direttive europee in base alle quali nel 2030 le case nei Paesi dell’Unione dovranno essere più efficienti e meno inquinanti di quanto lo siano oggi.

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