Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tra Pd e Laforgia non c’è intesa Petruzzelli decide di candidarsi
Incontro tra Emiliano, Decaro e l’avvocato per trovare un accordo sulla corsa a sindaco di Bari L’assessore rompe gli indugi. Todaro si fa da parte: stasera rinviato il tavolo della coalizione
Dal pantano allo scontro. Giornata drammatica, quella di ieri, per il centrosinistra di Bari. Questa la rapida cronologia degli eventi: l’unico candidato sindaco in campo, l’avvocato Michele Laforgia, incontra i due big del Pd: Michele Emiliano e Antonio Decaro. Il tentativo è di trovare una via concordata per risolvere il rebus candidatura. L’incontro accende qualche sospetto nell’assessore comunale Pietro Petruzzelli (anch’egli aspirante alla corsa), il quale un paio di ore più tardi indice una conferenza stampa con cui stamattina annuncerà la sua candidatura a sindaco: una decisione non concordata che viola gli accordi interni al Pd e che provocherà oggi le dimissioni del segretario cittadino Gianfranco Todaro. La conseguenza: il tavolo del centrosinistra di oggi pomeriggio rinviato a data da destinarsi.
L’incontro tra Laforgia e i rappresentanti del Pd si svolge a casa di Emiliano, nel pomeriggio. Presente il segretario regionale Domenico De Santis (che l’aveva preparato). Intuibile il senso della discussione: Laforgia, sostenuto dalle associazioni e 2-3 partiti, rivendica la possibilità di correre e rappresentare la coalizione. Chiede a Emiliano e Decaro di far convergere il Pd su di lui. Governatore e sindaco, qui sulla stessa linea, obiettano che sono i rappresentanti di un partito, grande e strutturato, nel quale sono maturate delle aspettative. Sarebbe difficile elevare Laforgia, sostenuto da una minuscola parte dell’alleanza, a candidato sindaco. Per lo meno, insiste Emiliano, occorrerebbe il passaggio delle primarie: toccherebbe agli elettori decidere se farsi rappresentare dall’avvocato. Decaro è più vago sul punto, i gazebo non li vuole mentre aspira ad una designazione diretta: forse del suo attuale capo di gabinetto Vito Leccese, soluzione mediana tra un dem e Laforgia, o forse un altro. In fondo il vero obiettivo di Decaro è convincere l’avvocato a fare marcia indietro. Mentre Emiliano offre al penalista la scappatoia dei gazebo (nel tentativo di non lasciare mano totalmente libera al sindaco con una designazione diretta). Del resto la situazione è cambiata rispetto ad ottobre quando il penalista sparò a palle incatenate contro le primarie: Laforgia è molto più popolare e questo potrebbe compensare preoccupazioni su infiltrazioni sgradite tra i votanti.
Risultato dell’incontro? Ognuno resta sulle sue posizioni. Si parla di una «fumata grigia»: non c’è soluzione ma neppure rottura. Il che, però, manda in fibrillazione Petruzzelli. L’assessore infrange il deliberato dell’assemblea del Pd che aveva chiesto a lui, Marco Lacarra e Paola Romano di congelare la corsa - e annuncia di volersi candidare. Perché lo fa? Stamattina lo dirà. È ipotizzabile che Petruzzelli abbia temuto che il negoziato tra i big del Pd e Laforgia possa approdare ad un esito per lui indesiderato: la convergenza del Pd sull’avvocato. Prima che questo si possa verificare, Petruzzelli si mette
in moto. Tuttavia così viola le decisioni del Pd e si espone a qualche conseguenza. Ha proprio deciso tutto da solo?
Qualcuno adombra il sospetto che l’assessore abbia ottenuto un «incoraggiamento» da Decaro, anche lui interessato a far naufragare il confronto con Laforgia. Il sindaco poi, forte della sua autorevolezza, difenderebbe Petruzzelli sul fronte interno al Pd.
Un fatto è certo. La decisione dell’assessore provoca il rinvio del tavolo della coalizione e le dimissioni di Todaro. Il segretario cittadino dem scrive così: «Alla luce delle novità delle ultime ore che, con difficoltà e altrettanta sincerità, confesso di aver appreso dai giornalisti, non attenderò di conoscere il contenuto di quanto sarà dichiarato nella conferenza stampa (di Petruzzelli, ndr) per comunicarvi che ritengo inopportuno e irrispettoso nei vostri confronti incontrarci (...) Farò, nelle prossime ore, le mie più opportune valutazioni». Todaro sta per dimettersi ma è irritato anche il resto del Pd per le decisioni di Petruzzelli.
Ma un’altra novità potrebbe arrivare da Lacarra. Se si è rotto l’argine delle decisioni dell’assemblea, tutti si possono sentire liberi. Il consigliere comunale Nicola Amoruso, vicino al deputato, lo aveva detto in mattinata, prima del caos pomeridiano: «In questi mesi sono emerse varie disponibilità, tra le quali quella dell’onorevole Lacarra, che hanno il diritto di essere valutate dalla coalizione. Oppure qualcuno nel Pd dica con chiarezza che non vanno bene, specificando i motivi». Ci sarà certamente molto da dire nel Pd nei prossimi giorni.