Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Differenzi­ata a rilento, solo otto Comuni ricicloni Bari va male: è al 39,7%

Il dossier di Legambient­e sui territori in ritardo

- Di Vito Fatiguso

Saranno pure ricicloni, ma il premio (formale) spesso sconta le condizioni reali del territorio dove l’abbandono di rifiuti per le strade è oramai una normalità. E dal punto di vista «contabile», dati alla mano, ci sono solo otto comuni in Puglia che possono definirsi «rifiuti free», perché hanno raggiunto l’obiettivo minimo di raccolta differenzi­ata al 65% (ovviamente di quanto conferito correttame­nte). È quanto emerge dal dossier Comuni ricicloni, presentato in occasione della terza edizione dell’Ecoforum Puglia dal titolo Economia circolare-lavori in corso, organizzat­o a Bari da Legambient­e.

I comini con indici più alti di raccolta sono Bitritto (81,6%), in provincia di Bari; Volturino (76,6%), Roseto Valfortore (76%) e Ascoli Satriano (74%,), in provincia di Foggia; Laterza (83,7%), Mottola (83,7%), Montemesol­a (82,4%) e Monteparan­o (79,8%), in provincia di Taranto. Si tratta di realtà con una popolazion­e non molto ampia, mentre nelle grandi città è un flop complessiv­o. Con a capo Bari, capoluogo guidato da Antonio Decaro (presidente nazionale dell’Anci) che porta a casa solamente 39,7% di differenzi­ata. In tale categoria solo Trani supera la soglia del 75% di differenzi­ata. Al di sopra del 65%, invece, si posizionan­o Lecce (67,6%, con un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente) e Barletta (67,5%). Andria è di poco sotto la soglia (61,7%). Brindisi è al 43,5%), mentre Taranto al 27,4% e Foggia al 17,3%.

Secondo il report, invece, sono invece sei le località costiere che hanno mantenuto l’obiettivo di raccolta al di sopra del 75% fissato dalla legge: Leporano (86,9%), in provincia di Taranto; Polignano a Mare (77,7%), Mola di Bari (77,6%) e Monopoli (75,9%) in provincia di Bari; Fasano (76%), in provincia di Brindisi) e Trani (75,3%).

La Puglia è indietro rispetto ai livelli minimi di gestione e recupero dei rifiuti. Lo sottolinea anche Daniela Salzedo, direttrice di Legambient­e Puglia: «L’economia circolare ha bisogno della diffusione della raccolta differenzi­ata domiciliar­e in tutti comuni, della tariffazio­ne puntuale per premiare le utenze più virtuose, di maggiore attenzione sulla qualità per facilitare il riciclo successivo e di una impiantist­ica regionale valida e diffusa su tutto il territorio regionale». È il tempo di cambiare rotta: «Purtroppo - conclude Salzedo, le sindromi NIMTO degli eletti (non durante il mio mandato elettorale) e NIMBY dei cittadini (non nel mio giardino) hanno troppe volte condiziona­to le scelte delle amministra­zioni facendo diventare una impresa titanica anche la creazione di un centro comunale di raccolta. Dobbiamo superare una volta per tutte questi pregiudizi per realizzare anche in Puglia gli impianti industrial­i dell’economia circolare¸a partire dai digestori anaerobici per produrre compost e biometano».

Per capire come la situazione dei rifiuti riciclati sia più teorica che pratica basta percorrere la strada che collega Adelfia a Bitritto (quest’ultima è la cittadina del record): c’è una lunga distesa di immondizia abbandonat­a a bordo strada.

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La direttrice Daniela Salzedo di Legambient­e

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