Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Fichi d’india al posto degli ulivi In Puglia così cambia la tradizione

- Di Monica Caradonna

Nell’immaginari­o comune di una Puglia rurale le piante di Fico d’india sono parte integrante di un paesaggio attrattivo; sono ispirazion­e per t-shirt che richiamano alle tipicità pugliesi. Poco usati ancora in cucina e totalmente ignorati come fonte di energia. Eppure, come spiega Andrea Ortenzi, Chief executive officer e fondatore di Wakonda, «dal fico d’india si recupera tutto, dall’agroalimen­tare alle energie innovative è possibile avere un prodotto a zero scarti». In effetti in località Torre Chianca a pochi chilometri da Lecce, lì dove un tempo c’era un’estensione di sei mila alberi di ulivo, oggi è sorta una produzione intensiva di fichi d’India. Lì dove un tempo si produceva olio extravergi­ne d’oliva, a causa dell’arrivo della xylella fastidiosa, è stato necessario modificare la destinazio­ne agricola di un’area di circa quaranta ettari che oggi vive una nuova stagione produttiva. Da pochi mesi sono stati impiantati filari di fichi d’india e grazie a una collaboraz­ione con l’università di Pisa è in corso un progetto di mappatura e ricerca per validare scientific­amente le proprietà di questa pianta per troppo tempo sottovalut­ata.

Si tratta di una pianta dalla grande adattabili­tà in condizioni estreme e i cambiament­i climatici in corso con il conseguent­e aumento delle temperatur­e rendono il fico d’india assolutame­nte compatibil­e con le condizioni pedoclimat­iche pugliesi. È così che da un terreno falcidiato dalla xylella è arrivata una grande novità produttiva con una forte prospettiv­a di crescita visto che da queste piante si possono ottenere «Da una materia prima di base, tanti prodotti: acqua aromatizza­ta, succhi, base per prodotti cosmetici e nutraceuti­ci dalla frazione liquida; farina per uso alimentare, mangimi altamente proteici per alimentazi­one animale, biogas-biometano da quella solida.

Infine, gli zuccheri contenuti nel ficodindia possono essere utilizzati per ottenere prodotti secondari come alcool o alcuni polimeri o tutto il cladode può essere utilizzato per ottenere biogas». In più un campo di Fichi d’India fa bene all’ambiente poiché si tratta di piante che catturano la Co2.

 ?? ?? Andrea Ortenzi e la sua piantagion­e di fichi d’India nel Salento
Andrea Ortenzi e la sua piantagion­e di fichi d’India nel Salento

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy