Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dalla cacio e pepe alle cartellate Il bar si fa gourmet
Deve trovarsi a distanza ravvicinata dal luogo di lavoro. E deve garantire un pasto veloce, genuino ed a prezzi ragionevoli. Una volta soddisfatte queste due preliminari condizioni, il bar può entrare ufficialmente nell’ambito delle attività di ristorazione. Non a caso la sosta in pausa pranzo al bar è diventata una piacevole consuetudine per tutti coloro che hanno poco tempo a disposizione.
Tra i primi a intuire le potenzialità successive di tale tendenza sono stati i componenti di una famiglia di imprenditori del settore, che da oltre un decennio gestiscono il Frizzcafé in piazza Eroi del Mare a Bari. O meglio, una piccola catena tutta pugliese di Frizzcafé, con altre due sedi in città (a Poggiofranco), una a Torre a Mare e una Monopoli.
Imprenditori è il termine esatto, perché i Lampugnani (Enzo e Rossella con i figli Marco e Giuseppe, ciascuno con un compito preciso) in pochi anni hanno creato un’impresa di bistrot, gelaterie e pasticcerie, senza tuttavia trascurare i prodotti da forno, e con peculiarità gauniverso stronomiche che cambiano nei diversi locali. A partire da quello centralissimo del quartiere umbertino, che si affaccia sul lungomare e quindi può godere di un gradevole ed elegante dehors urbano, con tavoli disposti all’aperto non soltanto nei mesi estivi.
Qui si apre una vasta gamma di possibilità, e questa è la prima caratteristica interessante: tra la fragranza dei cornetti che vengono serviti al momento della prima colazione, e il relax di un aperitivo accompagnato dai cosiddetti stuzzichini. Magari in alternativa alla ghiotta evasione del tagliere di formaggi, che comprende un caprino, un canestrato pugliese, un bra piemontese, e un meraviglioso testun al barolo aromatizzato con vinacce di nebbiolo. Per poi inoltrarsi nel fascinoso dei dolci artigianali che vengono preparati nel laboratorio di viale Einaudi: che si tratti della tipicità delle cartellate, o della raffinata piccola pasticceria. Alle quali nel periodo natalizio si aggiungono le varianti del panettone (con lievito madre), che vanno dal panettone salato con mandorle di Toritto e canestrato, pensato per abbinarlo alle delizie casearie; fino al panettone al cioccolato fondente con cremoso di pistacchi. Passando attraverso quello che si ispira al pasticciotto leccese, con cioccolato bianco, crema e amarene candite. Mentre tra l’antipasto e il dessert trovano spazio le classiche proposte culinarie pugliesi, come le orecchiette con le cime di rape, cicorie con le fave, e le polpette al sugo. Oppure gli spaghetti cacio e pepe, e le “pinse” gourmet. Per tre portate si spendono 25-30 euro.