Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dimensionamento, dirigenti e accorpamenti C’è aria di cambiamento
La riforma Valditara e l’impatto sulle città pugliesi
Superato il giro di boa dell’anno scolastico, gli istituti pugliesi si preparano ad un anno scolastico 2024/2025 completamente diverso. In teoria. Quello che comincerà a settembre e per cui oggi si accavallano gli open day durante i quali vengono aperte le porte delle scuole, sarà il primo anno in cui sarà applicato l’arcinoto dimensionamento scolastico, la riforma voluta dal ministro Giuseppe Valditara che riparametra il numero di minimo di studenti per istituzione scolastica, accorpando da un punto di vista amministrativo le scuole.
Questo non vuol dire che gli alunni dovranno raggiungere strutture diverse, il luogo fisico sarà immutato. Saranno i dirigenti a scolastici ad essere caricati di maggiori responsabilità, considerato che dovranno amministrare scuole da non meno di 800 studenti. In alcuni casi localizzate anche in comuni differenti. Un provvedimento che però non interesserà le scuole secondarie di secondo grado (ex scuole superiori). Si tratta di una scelta dell’amministrazione regionale che ha deciso di seguire il dettame imposto dal governo centrale intervenendo in maniera quasi esclusiva sulle scuole primarie (ex scuole elementari), lasciando di fatto immutate le composizioni di tutti gli altri gradi di istruzione. Una scelta che probabilmente è strettamente legata alla gestione delle strutture, maggiormente impegnative nel caso degli istituti superiori. Spesso dotati di laboratori, sale multimediali o altre strutture per cui è necessario poter contare sulla vigile presenza di un dirigente scolastico in loco.
La Regione Puglia ha fin da subito ostracizzato il provvedimento del governo Meloni, al punto che con altre tre regioni (a guida centrosinistra) ha deciso anche di ricorrere alla Corte Costituzionale chiedendo l’abrogazione della norma. Missione fallita e ricorso respinto. Eppure, secondo Roberto Romito presidente dell’Associazione nazionale presidi di Puglia, il problema sarebbe potuto essere risolto senza danneggiare nessuno. Il numero uno di Anp, forte sostenitore del dimensionamento scolastico, negli scorsi giorni ha spiegato: «La Regione Puglia, fiera avversaria della legge, ha puntato sin da luglio ad una operazione di accorpamento centrata esclusivamente nel primo ciclo di istruzione, senza intervenire affatto nel secondo, anche per le fortissime opposizioni politiche tendenti a lasciare invariate le cose come stavano manifestatesi in importanti e decisive sedi locali. Si sono particolarmente distinti in questo immobilismo il Comune e la Città Metropolitana di Bari, sul cui territorio insiste quasi il 40% di tutta la scuola pugliese». Poi Romito aggiunge: «Era evidente che concentrando le riduzioni sul settore più popolato di alunni gli accorpamenti avrebbero generato molte nuove scuole con elevato numero di alunni, le scuole del primo ciclo includono una “leva” di ben 11 classi di età contro le 5 del secondo».