Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Più attenzione all’educazione civica»
L’analisi di Ruggero Della Serra, rappresentante studentesco del liceo Scacchi
Ruggero Dalla Serra, 18 anni, rappresentante degli studenti del liceo Arcangelo Scacchi di Bari: sono i giorni dell’open day, si ricorda quando conobbe per la prima volta quello che sarebbe poi diventato il suo liceo?
«Non lo posso dimenticare, andai con mia sorella e mia madre. Ad essere sinceri non ho mai avuto dubbi. Mia sorella era una scacchista, ci chiamiamo così noi che frequentiamo questo liceo. La scuola, poi, è a pochi metri da casa mia. La mia scelta era stata già presa. Non ricordo le emozioni di una prima volta, mi sembrava di esserci sempre stato. E nonostante tutto seguimmo una guida per quasi tre ore che ci spiegò tutto passo per passo. Oggi posso dire che durante quell’open day presentarono davvero bene la scuola. Con il passare degli anni, poi, ho avuto modo di conoscere la macchina organizzativa da dentro. Direi che le cose funzionano bene».
Consiglierebbe la scuola?
«Sicuramente sì. E non solo per l’offerta formativa ma per quello che ti lascia, è un brand quello dello Scacchi. Crea davvero un senso di appartenenza inimmaginabile».
Da studente, che percorso suggerirebbe ad un nuovo arrivato?
«Io ho frequentato l’indirizzo 3.0 sperimentale, ora purtroppo non c’è più. Però fu una scelta concettuale che oggi si può ancora fare. Ha solo un nome diverso il corso. Si trattava di un percorso di studi che incentivava la didattica digitale attraverso l’utilizzo dei dispositivi tecnologici in classe. Io fui colpito da questo e credo sia quello che cercano molti studenti che vengono da noi. La nostra scuola anche grazie al lavoro della nostra dirigente scolastica è oggi forse una delle scuole con più indirizzi in città».
Cosa la convince che ha fatto la scelta giusta?
«Tutte le attività extracurriculari tra cui possiamo scegliere. Credo siano quello che accattiva di più i ragazzi, oltre alla didattica sapere che si può fare una co-gestione fatta bene piuttosto che una giornata dell’arte degna di questo nome rende la nostra scuola un luogo di vita. Non solo di studio».
Da rappresentante, cosa vorrebbe che si facesse meglio?
«Uno dei temi che più mi tocca è quello dell’educazione civica. E temo non sia un tema della nostra scuola. Si tratta di una cosa importantissima in linea di principio, ci dovrebbe aiutare ad essere cittadini. Solo che troppo spesso sembra fatta superficialmente. Basterebbe parlare con un ragazzo e chiedergli per cosa sta votando, nessuno sa rispondere precisamente. Abbiamo le idee confuse anche sulla forma del nostro sistema paese. Solo che la colpa non può essere solo di chi non sa, è legittimo. Andrebbe aiutato. Vorrei che si facesse bene, non come disciplina trasversale a tante materie».