Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Solo cento in piazza Libertà per dire no all’Autonomia Decaro critica il centrosinistra
Il sindaco fa mea culpa. FdI: «Una sfida per il Sud»
Si sono riuniti in piazza Libertà meno di un centinaio di manifestanti guidati dall’associazione No Autonomia Differenziata che hanno protestato contro la riforma Calderoli. Tra le mani chi è sceso in piazza aveva dei cartelli con cui è stata formato la scritta: «Una e indivisibile».
Il provvedimento, voluto dal ministro leghista, renderebbe
le amministrazioni regionali responsabili di alcuni temi oggi di competenza statale: sanità, trasporti e scuola su tutti. Un dibattito serio che non ha fatto breccia nel cuore dei cittadini però, considerata la risicata partecipazione alla mobilitazione. Complice l’orario pienamente lavorativo per tanti.
Al microfono posto davanti l’ingresso della prefettura si sono avvicendati il sindaco di Bari Antonio Decaro, il primo cittadino di Ruvo Pasquale Chieco e quello di Corato Corrado De Benedittis. E ancora, la presidente del consiglio regionale Loredana Capone e Onofrio Introna che quella carica l’ha ricoperta tra il 2005 e il 2010 ed oggi è presidente dei Socialistideuropa.
Presenti anche il segretario dem Domenico De Santis, l’assessore barese e candidato sindaco Pietro Petruzzelli, l’assessora comunale al Welfare Francesca Bottalico e i consiglieri regionale Francesco Paolicelli (Pd) e Grazia Di Bari (M5S. Nel corso del suo intervento il sindaco Antonio Decaro ha chiarito che questa riforma «rischia di far diventare la parte del Paese già ricca ancora più ricca e la parte che è già povera ancora più povera».
E poi ha aggiunto: «L’autonomia differenziata senza finanziare i livelli essenziali delle prestazioni peggiora la situazione attuale che non ha mai superato la spesa storica e che già vede differenze nel nostro Paese».
Nell’intervento del sindaco e presidente Anci, anche un mea culpa rivolto al mondo del centrosinistra: «Se non avessimo dato attuazione alla riforma del titolo V della Costituzione per inseguire la Lega, oggi non staremmo parlando di autonomia differenziata, non staremmo parlando del decreto Calderoli». Duro l’attacco del segretario dem Domenico De Santis al ministro Raffaele Fitto: «Questo governo sta continuando a percorrere la sciagurata strada che porterà a creare un Paese a due velocità. La secessione delle regioni ricche, oltre a negare quanto previsto dalla nostra Costituzione, rappresenta il tentativo di lasciare indietro i più deboli per favorire i più forti, con buona pace di qualsiasi principio di solidarietà e sostegno reciproco».
Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia per mezzo di una dichiarazione congiunta del gruppo regionale del partito che ha attaccato duramente il centrosinistra. «L’Autonomia è una grande sfida perché impone alle Regioni di aumentare la loro responsabilità di spesa, ma contemporaneamente il Governo sta procedendo attraverso gli accordi di coesione e gli interventi previsti nel Pnrr a rafforzare le infrastrutture e i servizi al Sud - hanno detto - Perciò, quando tutti gli interventi saranno realizzati le Regioni meridionali non saranno più quelle di oggi, ma avranno un nuovo patrimonio infrastrutturale, ma soprattutto un rafforzamento della gamma dei servizi al cittadino, che andranno a colmare il gap fra Nord e Sud».