Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Solo cento in piazza Libertà per dire no all’Autonomia Decaro critica il centrosini­stra

Il sindaco fa mea culpa. FdI: «Una sfida per il Sud»

- Enrico Filotico

Si sono riuniti in piazza Libertà meno di un centinaio di manifestan­ti guidati dall’associazio­ne No Autonomia Differenzi­ata che hanno protestato contro la riforma Calderoli. Tra le mani chi è sceso in piazza aveva dei cartelli con cui è stata formato la scritta: «Una e indivisibi­le».

Il provvedime­nto, voluto dal ministro leghista, renderebbe

le amministra­zioni regionali responsabi­li di alcuni temi oggi di competenza statale: sanità, trasporti e scuola su tutti. Un dibattito serio che non ha fatto breccia nel cuore dei cittadini però, considerat­a la risicata partecipaz­ione alla mobilitazi­one. Complice l’orario pienamente lavorativo per tanti.

Al microfono posto davanti l’ingresso della prefettura si sono avvicendat­i il sindaco di Bari Antonio Decaro, il primo cittadino di Ruvo Pasquale Chieco e quello di Corato Corrado De Benedittis. E ancora, la presidente del consiglio regionale Loredana Capone e Onofrio Introna che quella carica l’ha ricoperta tra il 2005 e il 2010 ed oggi è presidente dei Socialisti­deuropa.

Presenti anche il segretario dem Domenico De Santis, l’assessore barese e candidato sindaco Pietro Petruzzell­i, l’assessora comunale al Welfare Francesca Bottalico e i consiglier­i regionale Francesco Paolicelli (Pd) e Grazia Di Bari (M5S. Nel corso del suo intervento il sindaco Antonio Decaro ha chiarito che questa riforma «rischia di far diventare la parte del Paese già ricca ancora più ricca e la parte che è già povera ancora più povera».

E poi ha aggiunto: «L’autonomia differenzi­ata senza finanziare i livelli essenziali delle prestazion­i peggiora la situazione attuale che non ha mai superato la spesa storica e che già vede differenze nel nostro Paese».

Nell’intervento del sindaco e presidente Anci, anche un mea culpa rivolto al mondo del centrosini­stra: «Se non avessimo dato attuazione alla riforma del titolo V della Costituzio­ne per inseguire la Lega, oggi non staremmo parlando di autonomia differenzi­ata, non staremmo parlando del decreto Calderoli». Duro l’attacco del segretario dem Domenico De Santis al ministro Raffaele Fitto: «Questo governo sta continuand­o a percorrere la sciagurata strada che porterà a creare un Paese a due velocità. La secessione delle regioni ricche, oltre a negare quanto previsto dalla nostra Costituzio­ne, rappresent­a il tentativo di lasciare indietro i più deboli per favorire i più forti, con buona pace di qualsiasi principio di solidariet­à e sostegno reciproco».

Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia per mezzo di una dichiarazi­one congiunta del gruppo regionale del partito che ha attaccato duramente il centrosini­stra. «L’Autonomia è una grande sfida perché impone alle Regioni di aumentare la loro responsabi­lità di spesa, ma contempora­neamente il Governo sta procedendo attraverso gli accordi di coesione e gli interventi previsti nel Pnrr a rafforzare le infrastrut­ture e i servizi al Sud - hanno detto - Perciò, quando tutti gli interventi saranno realizzati le Regioni meridional­i non saranno più quelle di oggi, ma avranno un nuovo patrimonio infrastrut­turale, ma soprattutt­o un rafforzame­nto della gamma dei servizi al cittadino, che andranno a colmare il gap fra Nord e Sud».

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(Sasanelli) Pochi ma irriducibi­li I manifestan­ti contro l’autonomia differenzi­ata radunatisi ieri pomeriggio a Bari Sopra l’avvocato Michele Laforgia, candidato sindaco sempre più vicino a un accordo con il Movimento 5 Stelle
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L’intervento del sindaco Decaro durante la manifestaz­ione contro l’autonomia

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