Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Fuga dall’Egitto» alla fine della primavera araba
Miriam Selima Fieno racconta le vite degli esuli con la musicista Yasmine El Baramawy
Le speranze tradite. All’inizio degli anni Dieci, le immagini delle proteste nelle piazze dei paesi arabi - Egitto, Siria, Tunisia, Libia hanno fatto il giro del mondo aprendo spiragli di fiducia in un futuro diverso. I giovani si ribellavano a regimi liberticidi e autoritari. I media occidentali la definivano Primavera araba. La realtà, nella maggior parte dei casi, ha preso una piega sinistra rispetto alle aspettative: rappresaglie, guerre civili, disordine sociale e politico.
In particolare l’Egitto del generale Al-Sisi, dopo il golpe militare del luglio-agosto 2013, e ancor più di recente, ha vissuto un’accelerazione autoritaria senza precedenti nella sua storia moderna, con centinaia di sparizioni forzate ogni anno, condanne a morte e torture. Lo spettacolo Fuga dall’Egitto di Miriam Selima Fieno, interpretato dalla stessa Fieno, da Nicola Di Chio e dalla musicista egiziana Yasmine El Baramawy, è il racconto serrato e appassionante della diaspora egiziana postprimavera araba, in scena (unica data pugliese) il 19 gennaio al teatro comunale «Lucio Dalla» di Manfredonia,
nell’ambito della stagione di prosa organizzata dal Comune, dal Teatro Pubblico Pugliese e dalla Bottega degli Apocrifi.
Il sogno di democrazia tradito ha costretto artisti, medici, poeti, giornalisti, sindacalisti, politici e attivisti per i diritti umani a scegliere la via dell’esilio. «Fuga dall’Egitto» li segue in un viaggio tra teatro documentario, musica e cinema del reale, che parte da New York e Washington, tocca la Silicon Valley, Londra, Berlino, Doha, Istanbul e arriva quasi al polo nord. «Lo spettacolo – dicono gli interpreti in scena - invita il pubblico a prendere posizione all’interno di un panorama fatto di relazioni internazionali, interessi economici, politica e realpolitik, paranoie e sorveglianze speciali, in cui è necessario scendere in profondità per superare il concetto di buono e cattivo e comprendere intimamente il significato di umanità». L’ispirazione arriva dall’omonimo libro-inchiesta della giornalista Azzurra Meringolo Scarfoglio, che ha raccolto audio, riprese, scatti, interviste negli anni di lavoro in Egitto, prima, e inseguendo gli esuli per il mondo, poi. Teatro che si fa documentario, quindi, pescando a piene mani in materiali d’archivio, documenti originali, protocolli giudiziari, reportage e rapporti di ricerca.