Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rincaro rifiuti Anci al governo «Si approvi una legge»
Si muove la politica, si muovono i tecnici. Per contrastare il previsto aumento dei costi per lo smaltimento dei rifiuti (e conseguente rincaro della Tari) si stanno attivando varie iniziative. La prima è quella politico istituzionale. Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini (foto), delegato nazionale dell’Anci per i rifiuti, ha incontrato al ministero dell’Ambiente il capo dipartimento Laura D’Aprile. Salvemini ha sollecitato l’approvazione di una legge per affrontare il tema della regolamentazione tariffaria, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha travolto il sistema messo in piedi da Arera (agenzia per l’energia e l’ambiente) e applicato in Puglia. «Abbiamo messo in luce – dice Salvemini – l’impatto pesantissimo che la sentenza determina sui Comuni pugliesi che saranno chiamati a riconoscere ai gestori degli impianti adeguamenti tariffari, per il periodo 2017-2023, di circa 60 milioni di euro, con impatti su famiglie e imprese. Le conseguenze saranno a breve vissute anche dai Comuni di altre Regioni, con altrettanti impatti sociali rilevanti». Come lo stesso Consiglio di Stato ha messo in evidenza, non può essere Arera a fissare un sistema di regolazione delle tariffe ma, eventualmente, una norma di legge. Da qui la sollecitazione del sindaco Salvemini. Intanto Ager (agenzia regionale dei rifiuti) ha definito i calcoli sugli arretrati da corrispondere ai gestori. Si tratta di quasi 60 milioni (59,1 milioni). Questa la distribuzione degli arretrati suddivisi per provincia: Bat 5,6 milioni; Bari 17,5; Lecce 12,9; Brindisi 3,2; Taranto 14,3; Foggia 3,8 milioni. Restano da imputare 1,6 milioni. I calcoli per ciascun Comune, come spiegano da Ager, sono tutt’altro che semplici. Risentono di molti fattori: certamente la quantità dei rifiuti conferiti, ma anche il «percorso» che il materiale ha compiuto per arrivarci. Un esempio: in caso di impianti al limite della capienza, i rifiuti devono fermarsi in «stazioni di trasferenza» (non sempre vicine) e questo influisce sui costi. A parte gli arretrati, entro aprile, se non arrivasse una norma statale, i Comuni dovranno ritoccare in alto la Tari per il 2024 e gli anni seguenti.