Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Economia, cultura, turismo: «ponti» tra Puglia e Basilicata
Confinano e sono entrambe al Sud, ma non è solo la prossimità geografica a fare della Puglia e della Basilicata due regioni culturalmente e paesaggisticamente comunicanti. Sono terre sorelle, si dice nel volume Puglia Basilicata ponti ideali, ideato e curato da Michele Buquicchio (pubblicato da Adda editore, pp. 250, euro 40) che ne indaga legami, relazioni e diversità in tre ambiti. O meglio su tre differenti ponti, economici, culturali e turistici, offerti allo scandaglio di numerosi contributi e legati a un corredo fotografico che assicura l’immediata traduzione in commenti visivi, complice il graffio d’autore di Michele Roberto.
Tra le due comunità, lucana e pugliese, corrono collegamenti da tempi remotissimi, si pensi al potenziamento in epoca romana con strutture viarie e all’avvicendarsi di culture sovrapponibili; per esempio, quella rupestre, favorita dalle medesime caratteristiche orografiche in alcune zone dei rispettivi territori. Due regioni, una stessa civiltà (Cosimo Damiano Fonseca), attestata dalle testimonianze archeologiche e favorita dal comune habitat delle gravine. A fronte, comunque, di evidenti difformità tra una Basilicata montagnosa e con un piccolo sbocco al mare, e una Puglia, al contrario, pianeggiante con la prevalenza di paesaggi costieri.
Molti anche gli interessi economici consolidati su più scenari, dalla gestione condivisa degli impianti idrici con l’Acquedotto Pugliese (Domenico Laforgia, Emilio Lagrotta), ai collegamenti ferroviari delle mitiche e ora rinnovate Ferrovie apulo-lucane (Matteo Colamussi); fino agli obiettivi strategici, perseguiti in tempi recenti con l’attivazione di una Zes (Zona economica speciale) nell’area ionica per supportare concretamente le attività imprenditoriali. Si aggiungono, già dal dopoguerra, significativi progressi in campo agricolo per entrambe con l’esordio della riforma fondiaria (Salvatore Lardino).
Assonanze e rimandi orientano anche gli itinerari turistici (Corrado, Palumbo, Michele Buquicchio, Michele Roberto) e quelli eno-gastronomici (Vittorio Marzi). Meno, invece, ha unito l’arte (Vittorio Parisi) sia nei soggetti degli artisti che hanno celebrato i rispettivi paesaggi, si fa l’esempio di Onofrio Martinelli e di Carlo Levi, sia nei progetti sul contemporaneo che hanno investito le regioni negli ultimi anni. Del resto, un dialogo intermittente, se non inesistente e quindi con scarse ricadute in termini di collaborazioni e visioni perseguibili, si è registrato in occasione degli eventi messi in campo per «Matera Capitale della cultura».
Il taglio del volume
La prossimità non è solo geografica: diversità e analogie sono indagate a fondo