Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
NOMINE CHE FANNO MALE ALLA SANITÀ
La sanità pugliese non cessa di sorprenderci, ma non per qualità di assistenza e strutture. La notizia stavolta è la nomina del responsabile della Rete dermatologica regionale, avvenuta a dicembre in una riunione quasi clandestina. L’assessore Rocco Palese ha scelto il nome di un dermatologo dell’ospedale di Brindisi, che notoriamente non è la Scuola di Atene e nemmeno quella di Ippocrate; è solo un ospedale in salute cagionevole, come del resto altri reparti della nostra sanità, trascurata e caduta molto al di sotto dei bisogni della gente. Divenuta di ragione pubblica l’improvvida e affrettata decisione, diversi dermatologi di comprovata statura scientifica hanno manifestato in vario modo il loro parere contrario, soprattutto per l’esempio di cattiva amministrazione che, ancora una volta, ha investito la medicina locale e le aspettative più che legittime di una vasta e sensibile cittadinanza. E qui ritorna la domanda di sempre: ma quale classe dirigente abbiamo nella nostra regione? La resistenza a rivedere le decisioni, su questo caso, aggrava il quadro di un metodo di governo che, non solo per la sanità, persevera nello stesso costume: riunioni di pochi “amici”, totale oblio di generazioni di medici e scienziati, o di professionisti fra cui scegliere con oculatezza, se non altro per il rispetto dei valori costituiti, in una Puglia che ha diverse università con cui misurarsi. Qui non si tratta di comprare uno strumento più avanzato, o di riparare una struttura muraria, ambiti in cui comunque si rivela l’amministratore efficiente e dotato di consapevole deontologia; si tratta di disegnare un intero settore assistenziale. Ben sapendo che per un’indagine radiologica o per un’analisi di mera routine, in Puglia tre mesi bastano appena, Palese avrebbe dovuto fare di più e meglio, magari consultandosi con qualche consigliere più esperto, interrogando qualche professore in forma riservata, ascoltando le ragioni di un cerchio di opinione più largo di qualche burocrate facilmente influenzabile. E invece no; a forza di procedere senza soppesare l’opinione pubblica, a forza di ricadere sempre nella supponenza di una direzione politica che si ritiene sufficiente a tutto, ancora una volta welfare e prevenzione sanitaria si rivelano parole da intervista televisiva, lontane dalla realtà effettiva. A ben vedere, il caso della dermatologia è solo l’ultimo di una serie che non comincia ora; chi abbia un po’ di memoria sa che per la cattiva politica, l’ex assessore Lopalco, medico di grande levatura, salutò tutti e tornò alla sua cattedra.