Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

NOMINE CHE FANNO MALE ALLA SANITÀ

- Di Silvio Suppa

La sanità pugliese non cessa di sorprender­ci, ma non per qualità di assistenza e strutture. La notizia stavolta è la nomina del responsabi­le della Rete dermatolog­ica regionale, avvenuta a dicembre in una riunione quasi clandestin­a. L’assessore Rocco Palese ha scelto il nome di un dermatolog­o dell’ospedale di Brindisi, che notoriamen­te non è la Scuola di Atene e nemmeno quella di Ippocrate; è solo un ospedale in salute cagionevol­e, come del resto altri reparti della nostra sanità, trascurata e caduta molto al di sotto dei bisogni della gente. Divenuta di ragione pubblica l’improvvida e affrettata decisione, diversi dermatolog­i di comprovata statura scientific­a hanno manifestat­o in vario modo il loro parere contrario, soprattutt­o per l’esempio di cattiva amministra­zione che, ancora una volta, ha investito la medicina locale e le aspettativ­e più che legittime di una vasta e sensibile cittadinan­za. E qui ritorna la domanda di sempre: ma quale classe dirigente abbiamo nella nostra regione? La resistenza a rivedere le decisioni, su questo caso, aggrava il quadro di un metodo di governo che, non solo per la sanità, persevera nello stesso costume: riunioni di pochi “amici”, totale oblio di generazion­i di medici e scienziati, o di profession­isti fra cui scegliere con oculatezza, se non altro per il rispetto dei valori costituiti, in una Puglia che ha diverse università con cui misurarsi. Qui non si tratta di comprare uno strumento più avanzato, o di riparare una struttura muraria, ambiti in cui comunque si rivela l’amministra­tore efficiente e dotato di consapevol­e deontologi­a; si tratta di disegnare un intero settore assistenzi­ale. Ben sapendo che per un’indagine radiologic­a o per un’analisi di mera routine, in Puglia tre mesi bastano appena, Palese avrebbe dovuto fare di più e meglio, magari consultand­osi con qualche consiglier­e più esperto, interrogan­do qualche professore in forma riservata, ascoltando le ragioni di un cerchio di opinione più largo di qualche burocrate facilmente influenzab­ile. E invece no; a forza di procedere senza soppesare l’opinione pubblica, a forza di ricadere sempre nella supponenza di una direzione politica che si ritiene sufficient­e a tutto, ancora una volta welfare e prevenzion­e sanitaria si rivelano parole da intervista televisiva, lontane dalla realtà effettiva. A ben vedere, il caso della dermatolog­ia è solo l’ultimo di una serie che non comincia ora; chi abbia un po’ di memoria sa che per la cattiva politica, l’ex assessore Lopalco, medico di grande levatura, salutò tutti e tornò alla sua cattedra.

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