Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Cerco nella musica la dimensione del sacro»
«Non si è ancora esaurito il bisogno del sacro», dice Michele Lobaccaro, fondatore con Nabil dei Radiodervish e da domani in uscita con un disco solista controcorrente, come può esserlo un inno alla spiritualità lontano da qualsiasi ortodossia. S’intitola Navigazioni intorno al Monte Analogo (edizioni Cosmasola) ed è ispirato al romanzo incompiuto Il Monte Analogo di René Daumal, che s’avvicinò al mistico Gurdjieff attraverso il pittore alpinista Alexandre Gustav von de Salzmann, il Pierre Sogol (con quel cognome che è un ribaltamento del Logos, del Pensiero) eletto dallo scrittore a capo dell’avventurosa spedizione del libro: un’ascesa verso il monte simbolico che unisce cielo e terra, capovolgendo l’Impossibile.
La scalata di Lobaccaro è in nove tracce, due delle quali compiute con altrettanti compagni di cordata: Nabil, che canta in arabo proprio in Sogol, e Juri Camisasca, che qui è ospite nel brano di chiusura I giorni che verranno e nel 1979 prestò la voce al brano Amon Ra per l’album sperimentale Prati bagnati del Monte Analogo, sempre tratto da Daumal e realizzato da Raul Lovisoni e Francesco Messina sotto l’egida di Franco Battiato, al contempo ispiratore di questo progetto.
«Fu lui a farmi scoprire il libro di Daumal, attraverso il quale ho cercato un mio centro di gravità permanente diventato un album del quale vado molto orgoglioso», racconta Lobaccaro. Quindici anni fa ha iniziato a lavorare al disco con l’idea di trasformarlo in un «atto liberatorio dal realismo capitalista di una società asfittica schiacciata dal neoliberismo e dalla digitalizzazione». E con una personale trasfigurazione del significato originario, la scalata non euclidea dell’Analogo è diventata recupero dell’Analogico. «Dobbiamo rifiutare la riduzione a numero dell’essere umano, sempre più minacciato dall’Intelligenza artificiale», dice il musicista barese, da qualche anno residente (per ragioni di cuore) a Calvisano, nella Bassa Bresciana.
L’approccio fuori dalle mode di Navigazioni intorno al Monte Analogo, nel quale figura ai fiati Giancarlo Parisi, è lo stesso che anima il percorso musicale dei Radiodervish dentro le musiche del mondo. «Ma la ricerca delle differenze nel nostro approccio all’interculturalità - spiega Lobaccaro - ci ha sempre fatto percepire come un corpo estraneo nel panorama della world music globalista». Un equivalente del conformismo responsabile delle «false sicurezze e delle categorie consolidate di interpretazione del mondo» da cui affrancarsi, magari ricorrendo alla meditazione: uno «spazio di domanda - la definisce Lobaccaro - per ritrovare se stessi».