Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Così la Puglia va sempre più a nozze

La regione è quarta in Italia come destinazio­ne tra le più gettonate per i matrimoni E insieme vola pure il turismo

- di Giuseppe Daponte

Il «fatidico sì» si pronuncia sempre meno in Puglia e soprattutt­o in Italia. Secondo il report Istat di ottobre scorso, nel 2021 i matrimoni sono tornati ai livelli pre-pandemici, ossia a quota 180 mila. Ma nel lungo periodo il calo resta netto: 3,1 ogni mille abitanti contro i 4,7 del 2002. In Puglia le nozze tengono di più ma le tendenze sono analoghe. Nel 2021 in Puglia sono risalite a quota 15 mila, dunque a 3,8 per mille, contro le 5,4 però del 2002.

Malgrado questi numeri, il settore del wedding in Puglia resta un’importante leva di sviluppo economico, perché traina un’ampia filiera di piccole, medie e grandi aziende, che contribuis­cono alla riuscita delle nozze. E si conferma anche uno dei pilastri dell’offerta turistica regionale, perché valorizza varie peculiarit­à pugliesi, luoghi come borghi e masserie, che sono unici nel contesto globale.

Il comparto, tra i più danneggiat­i durante la pandemia e dal caro bollette, esploso soprattutt­o per l’invasione russa dell’Ucraina, si sta risollevan­do. Secondo l’ultima edizione di febbraio scorso dell’Osservator­io del Destinatio­n wedding tourism, condotto dal Centro studi turistici e finanziato dal Ministero del Turismo, nel 2022 in Italia si sono stimati 619 mila arrivi e oltre 2 milioni di presenze turistiche legate al destinatio­n wedding, per un fatturato stimato di 599 milioni di euro, circa l’11% in più rispetto ai livelli del 2019, ultimo anno pre-Covid. In questa cornice, secondo la stessa indagine, la Puglia sarebbe la quarta destinazio­ne più gettonata dopo Toscana, Lombardia e Campania.

Il comparto pugliese sarebbe cresciuto anche nel 2023, grazie all’aumento della domanda provenient­e da altre regioni italiane e da quella estera, in particolar­e quella che arriva da altri Paesi europei. Di questo filone, peraltro, hanno beneficiat­o soprattutt­o le imprese del comparto riceviment­i che hanno diversific­ato la propria attività, offrendo agli invitati anche un soggiorno turistico. Hanno incontrato più difficoltà, invece, quelle legate alla domanda locale, al momento debole. E per il 2024, secondo gli addetti ai lavori, le tendenze dovrebbero confermars­i queste. Soprattutt­o se non si registrera­nno progressi sul fronte della destagiona­lizzazione.

Tra i punti deboli, infatti, c’è proprio la stagione invernale, in cui il brand Puglia tira ancora poco, per quanto il processo di destagiona­lizzazione, secondo Pugliaprom­ozione, sarebbe in corso. Ma i riceviment­i, riportano le imprese del settore, in inverno restano pochi e concentrat­i a dicembre, per quanto il territorio abbia un’offerta ricca pure in questa stagione.

Altro scoglio importante da superare, la mancanza di personale specializz­ato. «La formazione - ha rilevato da Marina Lalli, presidente di Federturis­mo - è un capitolo decisivo, in cui c’è ancora tanto da fare, a livello pugliese e anche italiano. Un contributo importante potrebbe arrivare dall’Its pugliese del turismo, forse una delle poche eccellenze nazionali in quest’ambito».

La criticità

Tra i punti deboli resta ancora la stagione invernale Lenta la destagiona­lizzazione, ecco perché il brand non decolla

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Marina Lalli Presidente di Federturis­mo

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