Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Così la Puglia va sempre più a nozze
La regione è quarta in Italia come destinazione tra le più gettonate per i matrimoni E insieme vola pure il turismo
Il «fatidico sì» si pronuncia sempre meno in Puglia e soprattutto in Italia. Secondo il report Istat di ottobre scorso, nel 2021 i matrimoni sono tornati ai livelli pre-pandemici, ossia a quota 180 mila. Ma nel lungo periodo il calo resta netto: 3,1 ogni mille abitanti contro i 4,7 del 2002. In Puglia le nozze tengono di più ma le tendenze sono analoghe. Nel 2021 in Puglia sono risalite a quota 15 mila, dunque a 3,8 per mille, contro le 5,4 però del 2002.
Malgrado questi numeri, il settore del wedding in Puglia resta un’importante leva di sviluppo economico, perché traina un’ampia filiera di piccole, medie e grandi aziende, che contribuiscono alla riuscita delle nozze. E si conferma anche uno dei pilastri dell’offerta turistica regionale, perché valorizza varie peculiarità pugliesi, luoghi come borghi e masserie, che sono unici nel contesto globale.
Il comparto, tra i più danneggiati durante la pandemia e dal caro bollette, esploso soprattutto per l’invasione russa dell’Ucraina, si sta risollevando. Secondo l’ultima edizione di febbraio scorso dell’Osservatorio del Destination wedding tourism, condotto dal Centro studi turistici e finanziato dal Ministero del Turismo, nel 2022 in Italia si sono stimati 619 mila arrivi e oltre 2 milioni di presenze turistiche legate al destination wedding, per un fatturato stimato di 599 milioni di euro, circa l’11% in più rispetto ai livelli del 2019, ultimo anno pre-Covid. In questa cornice, secondo la stessa indagine, la Puglia sarebbe la quarta destinazione più gettonata dopo Toscana, Lombardia e Campania.
Il comparto pugliese sarebbe cresciuto anche nel 2023, grazie all’aumento della domanda proveniente da altre regioni italiane e da quella estera, in particolare quella che arriva da altri Paesi europei. Di questo filone, peraltro, hanno beneficiato soprattutto le imprese del comparto ricevimenti che hanno diversificato la propria attività, offrendo agli invitati anche un soggiorno turistico. Hanno incontrato più difficoltà, invece, quelle legate alla domanda locale, al momento debole. E per il 2024, secondo gli addetti ai lavori, le tendenze dovrebbero confermarsi queste. Soprattutto se non si registreranno progressi sul fronte della destagionalizzazione.
Tra i punti deboli, infatti, c’è proprio la stagione invernale, in cui il brand Puglia tira ancora poco, per quanto il processo di destagionalizzazione, secondo Pugliapromozione, sarebbe in corso. Ma i ricevimenti, riportano le imprese del settore, in inverno restano pochi e concentrati a dicembre, per quanto il territorio abbia un’offerta ricca pure in questa stagione.
Altro scoglio importante da superare, la mancanza di personale specializzato. «La formazione - ha rilevato da Marina Lalli, presidente di Federturismo - è un capitolo decisivo, in cui c’è ancora tanto da fare, a livello pugliese e anche italiano. Un contributo importante potrebbe arrivare dall’Its pugliese del turismo, forse una delle poche eccellenze nazionali in quest’ambito».
La criticità
Tra i punti deboli resta ancora la stagione invernale Lenta la destagionalizzazione, ecco perché il brand non decolla