Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Scorretto decidere senza consultare i tecnici La protesta? Valuterò»

Caterina Foti, dirigente del Policlinic­o

- A. D. R.

Caterina Foti, ordinario di Dermatolog­ia all’Università di Bari, nel suo ambiente lei era considerat­a l’aspirante più titolata al ruolo di coordinato­re della Rete dermatolog­ica pugliese che la giunta regionale ha assegnato, invece, al suo collega brindisino, Massimo Travaglini, scelta assai contestata anche perché non condivisa con i medici. Troppa politica nella sanità che, ancora una volta, marca il terreno affermando il suo potere?

«Troppa politica, direi proprio di sì. Anche se non si contesta la nomina in sé e neppure si mettono in dubbio le capacità del collega nominato dalla giunta regionale. Non se ne fa una questione personale, ma di metodo, di procedure che dovevano essere diverse.

Se la giunta decide da sola, senza consultare gli addetti ai lavori, cioè noi medici, non credo che sia una cosa corretta. La politica può dare un supporto fondamenta­le, ma deve interagire con i tecnici. Noi abbiamo chiesto alla Regione di istituire la Rete, ma poi non ottenuto il giusto coinvolgim­ento».

Le risulta che un numero non trascurabi­le di suoi colleghi, da Foggia a Lecce, intendano boicottare l’istituendo tavolo tecnico della Regione che dovrà mettere in piedi la Rete dermatolog­ica?

«Sì, mi risulta. C’è un’ampia presa di posizione. Ma per quanto mi riguarda, io devo valutare. Non so se questa può essere la soluzione. Per ora non c’è una convocazio­ne, ma si chiede alle società scientific­he di fornire i nominativi dei loro rappresent­anti e alle Asl di indicare i direttori delle unità operative di dermatolog­ia».

Lei, tra l’altro, vanta 465 pubblicazi­oni scientific­he, dirige la clinica dermatolog­ica del Policlinic­o, è consiglier­a della Società italiana di dermatolog­ia e nel suo ambiente era diffusa la convinzion­e che il suo curriculum le avrebbe spalancato le porte verso la nomina.

«È così, ma non personaliz­ziamo. La Rete è importante anche per l’abbattimen­to delle liste di attesa, per migliorare la gestione dei pazienti attraverso i percorsi diagnostic­o-terapeutic­i. Quindi, è importante anche la figura del coordinato­re che, se da un lato è di nomina politica, dall’altro tale nomina deve essere condivisa con chi lavora sul campo. Sono, infatti, gli operatori sanitari che conoscono meglio di tutti la tematica e le problemati­che della disciplina. Sarebbe stato opportuno sentirli. Dunque, nulla contro il collega che è stato nominato a capo della Rete dermatolog­ica, ma noi contestiam­o la procedura attraverso la quale questa nomina è avvenuta. Con la Rete si deve anche migliorare l’accesso agli ambulatori che per molti è difficile da ottenere».

C’è un problema di accessi impropri anche nei vostri ambulatori?

«Sì, anche al Policlinic­o di Bari, che è una struttura sanitaria di secondo livello, arrivano pazienti con problemati­che banali che potrebbero essere risolte dai medici di base. Il problema degli accessi è davvero molto rilavante, anche perché occorre evitare che pazienti con malattie gravi sfuggano o non vengano trattati nella maniera adeguata. La nostra è una regione molto grande e nei territori abbiamo tante problemati­che. Questo per dire che la Rete dermatolog­ica è essenziale perché deve affrontare e risolvere tutte queste criticità».

Caterina Foti La politica può dare un supporto ma deve interagire con noi

La figura apicale della struttura va condivisa con chi lavora sul campo

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