Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«La Puglia fuori dai luoghi comuni Ecco come la racconto ai francesi»
Michele Sollecito, sindaco di Giovinazzo, in un sito descrive una terra fra letteratura e attualità
Guardare la Puglia attraverso gli occhi dei grandi autori francesi: è il risultato di un lavoro di ricerca triennale per l’Università di Bari che ha visto impegnato Michele Sollecito, sindaco di Giovinazzo, nella sua «veste» di francesista, e che ha portato alla creazione di un database in cui sono raccolti i testi più significativi dei viaggiatori che si sono fermati in Puglia. Nel sito (www.lespouilleslitteraires.com) sono presenti diversi immaginari francesi, divisi per categorie, che daranno la possibilità di guardare la regione sotto una nuova luce.
Sindaco, come nasce questa idea, e soprattutto, i francesi come vedono la Puglia?
«Il sito è una raccolta digitale, per ogni testo restituisce tutti i luoghi citati dagli autori. È un lavoro che serve per preservare questi testi e renderli interrogabili. Da lì è nata la sezione degli itinerari, ho pensato a come i francesi potessero immaginare la Puglia, e secondo me la vedono secondo le categorie che ho selezionato. La tessitura verbale dei testi mi ha permesso di pensare all’immaginario romantico, per chi si è recato al Faro di Leuca, ad esempio».
Qual è stata la categoria più interessante da scoprire?
«Sicuramente quello esotico-orientale mi ha colpito di più, perché in molti all’epoca paragonavano la Puglia all’Africa. Quelli un po’ più scontati erano relativi all’ambito religioso e architettonico; sappiamo che la Puglia era una terra di passaggio. La parte più interessante è che gli immaginari cambiavano a seconda della stagione in cui si viaggiava: chi ha viaggiato d’estate ha avuto un’idea della Puglia arida, chi ha viaggiato in primavera di un territorio fertile, ricco di colture. Non c’è un’immagine unica, ma sempre uno sguardo carico di ammirazione e un forte legame tra Francia e Puglia».
Il sito è tutto in francese, giusto?
«Si, perché è rivolto a quel mercato. Ho voluto creare uno strumento che servisse alla Regione Puglia per promuovere il territorio in modo innovativo, rivolgendosi ad un pubblico che vuole avventurarsi per itinerari nuovi e seguire i passi di scrittori e viaggiatori importanti».
Cosa provavano i viaggiatori?
«Fino all’800 c’era un forte pregiudizio verso il Sud, i viaggi canonici terminavano a Napoli o presso la piana di Paestum, erano un po’ le “colonne d’Ercole” per i viaggiatori, tant’è che i più importanti come Stendhal, Montesquieu, non si sono mai spinti oltre Roma o Napoli. Ma chi arrivava in Puglia e rientrava in patria, confermava che ne valesse la pena. Il valore paesaggistico colpiva tanto, e questo pregiudizio veniva sfatato ogni qualvolta qualcuno rientrava».
Quanti testi sono presenti sul database?
«Quarantasette, e appartengono a quarantasei autori, fino al 1950. L’aspetto interessante è che questo database è ampliabile».
Qual è stata la parte più bella della ricerca?
«Avendola fatta nella doppia veste di sindaco e ricercatore, è stata leggere le descrizioni delle città e notare tutti i progressi che abbiamo fatto, mi sono immedesimato nelle sensazioni dei viaggiatori».
Queste sue due “facce”, da sindaco e da francesista, come convivono tra loro?
«Oggi amministrare una città è complesso, e il mio approccio da ricercatore mi è molto utile. La mia formazione umanistica mi spinge a confrontarmi sempre e a non chiudermi in un microcosmo, e questo mi sprona a migliorare sempre».
Grazie ai francesi ha visto un nuovo lato della Puglia?
«Si, assolutamente. Ormai abbiamo uno sguardo assuefatto, non ci soffermiamo sul valore paesaggistico che ci circonda, anche solo guidando sulle nostre strade. Adesso gli scorci pugliesi sono entrati con una maggiore significatività nel mio cuore. Sappiamo di vivere in una terra bellissima, ma quando ce lo dicono altri beh, è una carezza in più».
Francesista
Ho voluto creare uno strumento che servisse alla Puglia per promuovere il territorio in modo innovativo