Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sopralluogo al circuito Porsche di Nardò D’Amato: «Risposte parziali e deludenti»
Per la parlamentare europea «rimangono i dubbi sulle ricadute ambientali»
Compensazioni, opere di pubblica utilità, cronoprogramma di deforestazione e riforestazione, piani di contenimento della Co2, disponibilità di acqua a garanzia del buon esito dei rimboschimenti: l’europarlamentare Rosa D’Amato se ne torna a Strasburgo carica di dubbi dopo la visita di ieri al Nardò Technical Center (NTC).
I colloqui con il management della pista di collaudo, articolazione della Porsche, non hanno dissipato le perplessità della deputata europea.
È quanto si evince dal resoconto di Rosa D’Amato, al termine del sopralluogo. «Le criticità restano su compensazioni, in particolare sulle opere di pubblica utilità, l’elisoccorso, il servizio antincendio che NTC afferma di avere già messo al servizio della comunità», esordisce la parlamentare europea che a suo tempo aveva sollevato le problematiche relative al massiccio depauperamento delle risorse boschive come conseguenza delle opere programmate da NTC.
Un allarme raccolto dalla Commissione europea che, per il tramite del commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevi ius, ha diffuso una nota con cui, pur definendo le misure compensative «pertinenti e proporzionate, tenuto conto dell’impatto previsto del progetto», ha aggiunto che «permangono alcune questioni in sospeso riguardanti tra l’altro i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico». I vertici di NTC hanno poi spiegato che non sarebbe possibile realizzare le strutture previste nei terreni pianeggianti non coperti dalla macchia mediterranea. «Ho chiesto perché non si sia scelto di costruire le nuove piste nelle aree prive di vegetazione protetta e mi è stato risposto che tale soluzione è stata vagliata e poi scartata perché non vi sarebbe continuità tra i tracciati esistenti ed i nuovi», spiega D’Amato. Un altro tema riguarda l’acqua da destinare all’irrigazione dei terreni su cui dovranno essere fatti i rimboschimenti. «Ad oggi una soluzione per fornire l’acqua agli appezzamenti – aggiunge l’europarlamentare su cui far sorgere i nuovi boschi non c’è».