Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Come difendersi dalla «sindrome dell’impostora»
Sedici donne scrivono un vero e proprio manuale per guarire dalla disistima di sé
Immaginare che almeno una copia di questo libro possa essere fatta trovare sugli scranni dei parlamentari, è quello che naturalmente viene da pensare, durante la lettura (ma non si tratta solo di questa) del prezioso Ciao ciao impostora – Piccolo manuale di sopravvivenza per le donne (La Traccia Buona edizioni). Nonostante la «sindrome dell’impostora», che di «sindrome» non ha nulla, sia un tema molto diffuso tra le donne, a cui spesso è data una lettura fuorviante, considerandola una sorta di disturbo mentale, il libro ha il grande valore di essere stato scritto da donne, per far comprendere a tutti come l’impostora abbia come causa i modelli maschilisti sempre più avvalorati nel nostro Paese.
Leggendo le pagine di professioniste e facilitatrici di vari settori, dal business alla consulenza, formazione, marketing, media, tecnologia e welfare aziendale (sedici autrici fra cui molte pugliesi), il lettore, di pagina in pagina, acquisisce consapevolezza di come si può ovviare a quell’erroneo sentimento di disistima di sé, da parte delle donne, che le induce, spesso, a rinunciare alle loro carriere professionali, al tempo da dedicare a se stesse e alla loro stessa esistenza. In tal senso, anche gli esercizi di facilitazione
da mettere in pratica sono un valore aggiunto per un libro che si legge con molto interesse.
La «sindrome» può diventare l’anticamera dell’ansia e della depressione. Le prime psicologhe a studiarne le cause e le conseguenze furono Pauline Rose Clance e Suzanne Imes. Ma a suggerire le strategie per evitarle sono ora le stesse autrici di Impostora. Come Alessia Scotti Belli, una «nata femmina in Occidente» che non vuole farsi «schiacciare dagli stereotipi: la sfida è farsi dare fiducia, convincere le persone intorno (ma anche se stessi) che una donna può costruire un’azienda, affrontare tranquillamente le difficoltà che incontra, superare i momenti difficili, parlare di finanza, assumere persone, affrontare tribunali e processi, guidare per ore in autostrada da sola di notte o viaggiare in un paese lontano per lavoro». Altro che donne funzionali alla procreazione di patriottica visione dei nostri «politici»!
Chiara Palamà, infatti, ammette: «L’esperienza dell’inadeguatezza trova radice in una certa cultura capitalistica che mette in particolare le donne nella condizione di sentirsi fuori posto, chiedendo ossessivamente loro di impegnarsi sempre di più e sempre meglio in quello che fanno». Si tratta, quindi, di cambiare prospettiva, «da problema a sfida: la parola problema blocca, la parola sfida muove verso una strategia per trovare la soluzione». Cinzia Cangale scrive che a causa dell’impostora, il rischio è che il proprio tesoro, le proprie risorse «rimangano chiuse a doppia mandata in un’interiorità inaccessibile, a se stesse e agli altri, limitando le possibilità di carriera e di vita». Ed è così che «fuori tutto è magnifico, mentre chi sta nel barattolo conosce quello che c’è fuori perché lo vede, ma ha paura di uscire».
La lettura di questo libro-manuale offre al lettore la capacità di guardare fuori riscoprendosi dentro «preziose» (scritto così anche per il lettore maschio) e indispensabili per qualsiasi aspetto dell’esistenza, compresa l’economia, che senza donne invertirebbe quella linea di guadagno in più. Che ha a che fare con la capacità di saper fare, pensare, agire e combattere le imposture tipiche di maschi e femmine, che da questo libro potrebbero attingere il senso della Politica e il valore del femminile, non avulso dal saper fare quanto, e di più, anche rispetto agli uomini.