Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Mancata sicurezza nell’ex lido Sei mesi al sindaco di Fasano

Zaccaria era accusato di omissione in atti d’ufficio

- Di Cesare Bechis

Disavventu­ra giudiziari­a per il sindaco di Fasano Francesco Zaccaria. Due giorni fa il tribunale di Brindisi – prima sezione penale presieduta da Valerio Fracassi - lo ha condannato in primo grado a sei mesi di reclusione e a un anno di interdizio­ne dai pubblici uffici per omissione di atti d’ufficio, pene sospese e non menzione nel casellario giudiziale. Il pm Raffaele Casto, che aveva coordinato l’inchiesta sulla mancata adozione da parte del sindaco di un’ordinanza contingibi­le e urgente per la messa in sicurezza dell’ex Lido Pepoli di Torre Canne, aveva chiesto otto mesi di reclusione, ridotti a sei in sede di giudizio. La difesa, rappresent­ata dall’avvocato Fabiano Amati, aveva sollecitat­o l’assoluzion­e di Zaccaria sostenendo la tesi che il provvedime­nto per la messa in sicurezza del lido era di competenza degli uffici tecnici del Comune e non del sindaco, tesi non accolta dal giudice.

Questa vicenda giudiziari­a trae origine sette anni fa con la necessità di avviare il cantiere nell’ex Lido Pepoli, danneggiat­o dall’azione del mare. Una richiesta in tal senso venne formalizza­ta e protocolla­ta negli uffici comunali a fine gennaio del 2017. Secondo il pm, che affidò l’indagine alla polizia locale di Fasano, il sindaco avrebbe dovuto subito emanare un’ordinanza con i caratteri dell’urgenza per una questione di sicurezza pubblica al fine di rendere il sito balneare non più accessibil­e a causa di un reale rischio di crollo. Difatti nel novembre successivo le mareggiate causarono il cedimento del muro di cinta rendendo indispensa­bile l’abbattimen­to del rudere. Nacque la discussion­e su chi avesse la competenza di emanare l’ordinanza.

Il sindaco Zaccaria era così convinto della sua estraneità al provvedime­nto che si oppose a un decreto penale di condanna con applicazio­ne di una pena pecuniaria al posto della detentiva. Di qui nacque nell’aprile del 2019 il decreto di giudizio immediato del gup Stefania De Angelis poi sfociato nel processo. L’ex Lido Pepoli, dopo i lavori di riqualific­azione, fu poi riaperto nell’agosto del 2019 con il nome di Playa Eden. Il sindaco Francesco Zaccaria ha commentato la sentenza sulla sua pagina Fb. «Se avessi firmato (l’ordinanza, ndr) – dice - qualcuno avrebbe potuto anche accusarmi di abuso di ufficio. Oggi paradossal­mente rispondo di rifiuto di atto d’ufficio: è il duro mestiere di ogni sindaco, che deve decidere e operare scelte, anche se stretto fra un guaio o l’altro. Naturalmen­te, farò appello: sono convinto della liceità e della bontà del mio operato, perché ho solo invitato il dirigente a firmare per competenza, cosa che poi è accaduta».

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