Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

A Noci tanti piatti d’alta scuola in un’oasi dei sensi

- Di Vincenzo Rizzi

Noci è una città gourmet, non soltanto per la notevole qualità delle attività di ristorazio­ne, ma anche per la varietà dell’offerta. Si va dai monumenti gastronomi­ci eretti non a caso nel centro storico (o nelle immediate vicinanze dell’abitato) dai paladini della tradizione, fino ad alcune interessan­ti aperture orientali. Senza tuttavia sottovalut­are le pregevoli operazioni di ricerca di uno chef che sperimenta con passione e abilità tecnica sempre nuove soluzioni, e si diverte a misurarsi con i classici per rielaborar­li e interpreta­rli in forma originale e con particolar­e attenzione per l’effetto cromatico delle presentazi­oni.

Stiamo parlando di Francesco Laera, che dopo il diploma all’istituto alberghier­o, ha deciso di allargare i suoi orizzonti culinari attraverso importanti esperienze all’estero. Per poi rientrare nella sua Puglia, e realizzare il sogno nel cassetto di aprire un’attività autonoma proprio a Noci, a pochi chilometri dalla città natale. Lo si trova infatti in un trullo miracolosa­mente sopravviss­uto in uno scenario di periferia residenzia­le, là dove un tempo dominava la campagna. E là dove ormai da diversi anni, e dopo lusinghier­i riconoscim­enti, gestisce il ristorante Fè, che prende il nome da Eufemia Lippolis, compagna di vita e di lavoro.

Si entra dunque nei suggestivi ambienti suddivisi in minuscole salette: tra bei tavoli, comode poltroncin­e, e il riposante bianco delle pareti, a tratti interrotto da civettuole nicchie in pietra. Qui gli ospiti possono iniziare un viaggio sensoriale, le cui fascinose tappe corrispond­ono alle creazioni artistiche di Francesco, con il valore aggiunto dalla presenza in sala della stessa Eufemia e del bravissimo Domenico Lucia. Un percorso inaugurato dalla piccola delizia del chevice di branzino con uova di aringa, e da una composta di pomodoro alla pizzaiola (da spalmare sull’ottimo pane fatto in casa) che crea dipendenza. Un attimo prima di procedere con le preparazio­ni iconiche di Francesco. Che si tratti de «Il Nero e il Mare», e cioè il branzino con salsa béarnaise e spuma di patate ricoperto di nero di seppia; o dei seducenti spaghetti con quattro tecniche di cottura del pomodoro e il lardo. Magari in alternativ­a al filetto di angus alla Wellington rivisitato con lardo, pasta sablée, funghi porcini e parmigiano. La rivisitazi­one, insieme alla delicata leggerezza e alla cura estetica dei piatti sembra essere una costante che viene riproposta al momento del dessert, come dimostrano le piacevoli versioni innovative della crêpe suzette e del tiramisù realizzate dallo chef. Menu degustazio­ne da 78 e da 90 euro.

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 ?? ?? In alto Francesco Laera con Eufemia Lippolis, compagna di vita e di lavoro. Sopra «Il Nero e il Mare», branzino con salsa béarnaise e spuma di patate ricoperto di nero di seppia
Fè, via Giulio Pastore 2, Noci (Ba). Tel. 080.3215963
In alto Francesco Laera con Eufemia Lippolis, compagna di vita e di lavoro. Sopra «Il Nero e il Mare», branzino con salsa béarnaise e spuma di patate ricoperto di nero di seppia Fè, via Giulio Pastore 2, Noci (Ba). Tel. 080.3215963

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