Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Da San Severo uno spumante leggero e delicato

- Di Pasquale Porcelli

Per anni confuso con il Trebbiano, il Bombino Bianco sembra essere, stando agli esami genetici, una varietà autoctona pugliese, poi diffusasi lungo la fascia adriatica centromeri­dionale. Lasciando aperta l’incertezza sulle sue origini, ma il fascino del vino è anche questo, di certo è che il Bombino bianco è una delle varietà più diffuse in Puglia, in particolar­e modo nel nord barese, ma soprattutt­o nelle provincia di Foggia. Per le sue caratteris­tiche, scarsi profumi e buon acidità, è stato usato in passato per dare completezz­a ad altri vitigni e per alcuni anni anche come base per i vermouth. Le sue vinificazi­oni in purezza sono relativame­nte scarse, per i volumi prodotti, ma trova utilizzo, sempre più frequentem­ente, come base per la produzione di spumanti Metodo Classico, rivelandos­i un formidabil­e protagonis­ta quando opportunam­ente vinificato. Determinan­te la sua acidità ed il suo basso tenore alcolico, specie quando non si tarda nella vendemmia. La forma tradiziona­le di coltivazio­ne è quella a tendone che trova oggi maggior giustifica­zione con l’innalzamen­to delle temperatur­e estive, ma non mancano anche coltivazio­ni a cordone speronato e guyot , che con opportune gestioni della fogliazion­e, raggiungon­o lo stesso risultato.

È il caso dei 6 ettari di proprietà del duo Antonio Pisante e Leonardo Battello, che coltivano, nell’agro di San Severo, uve prevalente­mente autoctone (Bombino, Falanghina e Nero di Troia) interament­e dedicate alla produzione di spumanti Metodo Classico. Tra questi segnaliamo il Pas Dosè 30 mesi sui lieviti ottenuto esclusivam­ente da Bombino. Paglierino con note olfattive che richiamano profumi di mela verde, agrumi, nocciola e sfumature floreali. La bocca è fresca, lievemente sapida, con ritorni di frutta fragrante. Finale che ricorda la mandorla verde con bolla fine, cremosa ed elegante.

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