Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Palermiti parla E sui social piovono insulti
«Lasciatemi cantare» e «Cornutone». Non solo i ritornelli delle canzoni di Toto Cutugno («L’Italiano») e degli Squallor, ma anche i versi utilizzati su TikTok per colpire Giovanni Palermiti, figlio del boss di Japigia Eugenio e condannato all’ergastolo per l’omicidio di Walter Rafaschieri, commesso nel 2018 nei pressi dello stadio San Nicola. I video che circolano sui social fanno riferimento ai colloqui che Palermiti ha avuto nelle settimane scorse con i pm di Bari in merito al suo ruolo in un altro omicidio, quello di Nicola De Santis del 2017. Durante il colloquio, poi, Palermiti avrebbe rilasciato dichiarazioni sull’uccisione di Rafaschieri, circostanza che ha fatto slittare di qualche mese l’inizio del relativo processo di Appello. Non un pentimento, perché Palermiti non ha manifestato l’intenzione di collaborare con la giustizia, ma comunque una novità assoluta nel panorama mafioso barese: nessun membro della famiglia Palermiti, infatti, aveva mai parlato prima d’ora con gli inquirenti. Tanto però è bastato per scatenare sui social personaggi evidentemente opposti alla famiglia: nei video, le immagini di Giovanni Palermiti sono accompagnate da messaggi di insulti e canzoni – soprattutto neomelodiche – in cui il figlio del boss viene preso in giro per il suo presunto (e al momento inesistente) pentimento. Quanto all’omicidio di Walter Rafaschieri, Palermiti e Filippo Mineccia, considerato l’altro autore materiale e condannato a 20 anni di reclusione, hanno recentemente risarcito con 200mila euro il fratello della vittima, Alessandro, rimasto paralizzato dopo l’agguato.
Per quel delitto fu condannato a 9 anni e 4 mesi anche Domenico Milella, ex braccio destro di Eugenio Palermiti e importante collaboratore di giustizia. La collaborazione di Milella ha permesso agli inquirenti di raggiungere importanti risultati sulla ricostruzione delle dinamiche mafiose nel quartiere Japigia e, soprattutto, sulla guerra di mafia – per il controllo del traffico di droga - tra i Palermiti e il gruppo facente capo ad Antonio Busco, recentemente condannato all’ergastolo, che interessò il rione nel 2017.