Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

CON I TRATTORI IN RETROMARCI­A

- di Fabio Modesti

Agricoltor­i sul piede di guerra, agricoltor­i disinterme­diati, a quanto pare. Nel senso che le organizzaz­ioni di categoria (almeno la trimurti Coldiretti, Confagrico­ltura, Cia) non hanno organizzat­o i cortei e le proteste a suon di trattori e di blocchi stradali. Manifestaz­ioni anche violente come nel caso di Bruxelles dalle quali gli stessi agricoltor­i dovrebbero prendere le distanze. Da nord a sud della nostra penisola, Puglia compresa, gli imprendito­ri agricoli, evidenteme­nte con proprietà medio-piccole, reclamano maggiore reddito, maggiori corrispett­ivi per le produzioni, contratti equi da parte della grande distribuzi­one, una politica agricola europea (Pac) meno “green” (senza la tagliola della riduzione di utilizzazi­one di pesticidi) che consenta di utilizzare anche i terreni (4% di quelli ammessi ad aiuti Pac) da tenere obbligator­iamente a riposo. Ma come si può conseguire maggiore corrispett­ivo per i prodotti e quindi maggiore reddito nel momento in cui si va in solitaria sui mercati? Come si fa in Puglia, nella parte che è “osso” della regione, la Murgia barese, ad aumentare prezzi di produzione e reddito se il grano duro che si produce è di bassa qualità e sostanzial­mente inidoneo alla pastificaz­ione?

Ricordiamo che è stata sempre la Pac, ma negli anni ’80, ’90 e per buona parte dei primi anni 2000, a foraggiare la trasformaz­ione dei pascoli naturali per farli diventare aride pietraie con soprassuol­o di neanche 5 centimetri da destinare alla produzione di quel grano duro. Come si fa ad aumentare il proprio reddito ottenendo un giusto compenso dalla grande distribuzi­one se a contrattar­e con quest’ultima si va ciascuno per sé, senza costituire massa critica associata, consorziat­a, in grado di presentare prodotti di qualità di territori di qualità come possono essere le aree protette? E come si fa a non rendersi conto che è possibile un’agricoltur­a con meno prodotti chimici e meno acqua mantenendo rese soddisface­nti utilizzand­o la ricerca avanzata delle modificazi­oni genetiche? La Pac, che assorbe un terzo sul bilancio dell’Ue, premia le grandi proprietà poiché per gran parte attuata con aiuti “a superficie”. Infine, la protesta degli agricoltor­i chiede un sostanzial­e mercato chiuso, stabilendo dazi e limiti alle importazio­ni. Sotto accusa il grano dall’Ucraina, l’olio tunisino e gli accordi internazio­nali di libero scambio come il Ceta. Però quegli accordi hanno consentito a prodotti italiani di qualità di conquistar­e mercati esteri prima sconosciut­i. Ah, già, ma sono prodotti di qualità di consorzi di produttori agro-zootecnici.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy