Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN MAR ROSSO TENEBRA

- di Emanuele Imperiali

Per il canale di Suez transita il 40% dell’interscamb­io marittimo italiano. Tra cui un ruolo di primo piano lo riveste l’agroalimen­tare pugliese, le cui merci sono particolar­mente a rischio a causa della deperibili­tà dei prodotti. Molte compagnie di trasporto marittimo, tra cui Maersk, Evergreen, Hapag Lloyd, Msc, hanno già annunciato la sospension­e del transito delle proprie navi cargo, alle quali si aggiungono ovviamente i transatlan­tici da crociera che evitano accuratame­nte di navigare attraverso il mar Rosso. Gli attacchi continui dei ribelli Houthi contro i natanti occidental­i, e la ormai frequente risposta militare americana e inglese contro i guerriglie­ri finanziati dall’Iran, concentrat­i in particolar­e nella zona dello stretto di Bab-al-Mandab, porta di ingresso nel mar Rosso e nel canale di Suez, hanno provocato questo stallo. L’allungamen­to delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il mar Rosso a causa dei ripetuti attacchi terroristi­ci, non solo provoca aumenti vertiginos­i del costo dei trasporti fino a raddoppiar­lo ma fa aumentare di circa due settimane i tempi di percorrenz­a, dovendo doppiare il capo di Buona Speranza. E proprio i porti regionali che si affacciano sul mar Adriatico e sullo Ionio rischiano di essere maggiormen­te penalizzat­i. Tutto dopo un 2023 da record, con gli scali del Sistema mare Adriatico meridional­e, presieduto da Ugo Patroni Griffi, che hanno fatto registrare un boom sia per i traffici crocierist­ici che per la movimentaz­ione dei container.

Così come il porto di Taranto, che ha chiuso la scorsa stagione con circa 139 mila passeggeri. A sua volta, il gruppo Grimaldi sta potenziand­o le linee tra Italia e Grecia, in particolar­e quelle che collegano lo scalo di Igoumenits­a a Brindisi, Bari, Ancona e Venezia, con un totale di oltre quaranta partenze settimanal­i dalla prossima stagione estiva.

Coldiretti arriva a quantifica­re in mezzo miliardo il danno per l’agricoltur­a pugliese. Il comparto rappresent­a da sempre uno dei settori di punta della struttura produttiva regionale. Può offrire 100 mila posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni in Puglia, a patto che si superi il divario logistico che fa perdere competitiv­ità alle imprese territoria­li. Per questo motivo, spiegano i vertici di Coldiretti, sarebbe delittuoso non utilizzare presto e bene i soldi che il Pnrr stanzia proprio a questo scopo. Un gap infrastrut­turale che pesa ancora come un macigno, in quanto, se non si migliorano i collegamen­ti tra Sud e Nord, ma anche con l’Europa, mettendo in rete porti, aeroporti, treni e cargo, non si riuscirà a dare corpo e gambe a un sistema logistico efficiente. In mancanza del quale diminuisco­no inevitabil­mente le esportazio­ni dei prodotti e diventa sempre più complesso riuscire a battere la concorrenz­a conquistan­do via, via nuove quote di mercato all’estero. Sotto questo profilo va colta l’opportunit­à di utilizzare le autostrade del mare anche da parte degli operatori della filiera logistica agroindust­riale, grazie ai collegamen­ti capillari tra i più importanti bacini di import-export di prodotti ortofrutti­coli.

Ha ragione da vendere l’economista Massimo Deandreis, direttore del centro studi Srm che fa capo ad Intesa Sanpaolo, quando sostiene che la questione centrale di questa vicenda è l’impatto sui costi diretti e indiretti, e, conseguent­emente sulle spinte inflazioni­stiche. Per cui più lunga sarà la crisi, maggiore diventerà il rischio di effetti struttural­i sia nelle catene di approvvigi­onamento che nei prezzi. Le sue parole sono tanto più vere se si guarda all’export dell’agroalimen­tare pugliese verso i suoi tradiziona­li mercati di sbocco, dai Paesi africani a quelli del subcontine­nte indiano e in generale a tutte le nazioni del Medio ed Estremo Oriente. L’attuale contesto di grave criticità mette particolar­mente a rischio le consegne dei prodotti come la frutta e la verdura, con la perdita di fette importanti di mercato che poi, sarà arduo riuscire a riconquist­are se non migliorerà la logistica complessiv­a a livello regionale e meridional­e.

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