Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tabacco, nuovo blitz al porto I traffici passano dalla Puglia
Sequestrate 17 tonnellate provenienti dalla Grecia
BARI Prima le cinque tonnellate di sigarette di contrabbando nascoste tra kiwi avariati, scoperte appena dieci giorni fa. Poi le 17 tonnellate di tabacco, sempre di contrabbando, che si voleva far passare per «grezzo» ma che in realtà era già pronto per essere fumato in pipa.
Sono due delle ultime operazioni che, nelle scorse settimane, hanno interessato finanzieri (guidati dal generale Pasquale Russo, da qualche mese nuovo Comandante provinciale di Bari) e funzionari dell’agenzia delle Dogane nel porto di Bari.
Carichi importanti, scoperti durante controlli ordinari, che hanno riacceso i riflettori su un fenomeno che sembrava confinato agli anni ’90, cioè quello del contrabbando di tabacco e sigarette. Che forse «non è mai finito», come sostengono fonti inquirenti, ma che di sicuro è cambiato: non è più spudorato come fino ai primi anni 2000, con i venditori abusivi di sigarette agli angoli delle strade con la merce in bella vista.
Oppure, con la scena del passaggio per le vie di grossi mezzi dei contrabbandieri pieni di «carichi». È però più nascosto, e ancora in discreta salute.Come succedeva anche anni fa, il centro nevralgico del contrabbando restano i porti dell’Adriatico meridionale, da Bari a Brindisi, sponde naturali sui Balcani, la Grecia e l’Albania. E, proprio dalla Grecia, sono arrivati i camion con gli ultimi carichi poi sequestrati. La novità, semmai, è che rispetto agli «anni d’oro» del contrabbando pugliese la merce non arriva appositamente per restare, o almeno non sempre. Il primo degli ultimi due carichi sequestrati era diretto in Spagna,
il secondo in Germania. Anche perché l’Italia, secondo l’ultimo report pubblicato a fine 2023 (con i dati 2022), si trova tra gli ultimi posti in Europa quanto al consumo di tabacco da contrabbando.
Qui la quota è solo del 2,3%, nettamente più bassa rispetto a quella delle prime quattro nazioni del continente (Francia, Inghilterra, Irlanda e Grecia) in cui la stessa percentuale oscilla tra il 32 e il 20%. Né si segnala la presenza in Puglia di opifici abusivi in cui lavorare il tabacco di contrabbando importato dall’estero. L’attenzione degli inquirenti resta sempre molto alta, anche perché le ultime due operazioni mostrano come quello pugliese sia ancora un territorio «fertile» anche solo come terra di passaggio.
E i carichi restano rilevanti, così come lo sono le misure prese dalle forze dell’ordine: gli autisti che trasportavano le cinque tonnellate tra Winston, Karelia e Davidoff di contrabbando sono finiti in carcere con l’accusa di contrabbando aggravato.
Con la stessa accusa, invece, è stata disposta una maxi multa da 86 milioni di euro nei confronti dell’azienda tedesca che ha organizzato il trasporto delle 17 tonnellate di tabacco spacciato per «grezzo»: il suo legale rappresentante è stato denunciato all’autorità giudiziaria, gli inquirenti hanno rilevato un danno erariale - tra Iva e accise evase - di circa 1,25 milioni di euro.