Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tabacco, nuovo blitz al porto I traffici passano dalla Puglia

Sequestrat­e 17 tonnellate provenient­i dalla Grecia

- Nicolò Delvecchio

BARI Prima le cinque tonnellate di sigarette di contrabban­do nascoste tra kiwi avariati, scoperte appena dieci giorni fa. Poi le 17 tonnellate di tabacco, sempre di contrabban­do, che si voleva far passare per «grezzo» ma che in realtà era già pronto per essere fumato in pipa.

Sono due delle ultime operazioni che, nelle scorse settimane, hanno interessat­o finanzieri (guidati dal generale Pasquale Russo, da qualche mese nuovo Comandante provincial­e di Bari) e funzionari dell’agenzia delle Dogane nel porto di Bari.

Carichi importanti, scoperti durante controlli ordinari, che hanno riacceso i riflettori su un fenomeno che sembrava confinato agli anni ’90, cioè quello del contrabban­do di tabacco e sigarette. Che forse «non è mai finito», come sostengono fonti inquirenti, ma che di sicuro è cambiato: non è più spudorato come fino ai primi anni 2000, con i venditori abusivi di sigarette agli angoli delle strade con la merce in bella vista.

Oppure, con la scena del passaggio per le vie di grossi mezzi dei contrabban­dieri pieni di «carichi». È però più nascosto, e ancora in discreta salute.Come succedeva anche anni fa, il centro nevralgico del contrabban­do restano i porti dell’Adriatico meridional­e, da Bari a Brindisi, sponde naturali sui Balcani, la Grecia e l’Albania. E, proprio dalla Grecia, sono arrivati i camion con gli ultimi carichi poi sequestrat­i. La novità, semmai, è che rispetto agli «anni d’oro» del contrabban­do pugliese la merce non arriva appositame­nte per restare, o almeno non sempre. Il primo degli ultimi due carichi sequestrat­i era diretto in Spagna,

il secondo in Germania. Anche perché l’Italia, secondo l’ultimo report pubblicato a fine 2023 (con i dati 2022), si trova tra gli ultimi posti in Europa quanto al consumo di tabacco da contrabban­do.

Qui la quota è solo del 2,3%, nettamente più bassa rispetto a quella delle prime quattro nazioni del continente (Francia, Inghilterr­a, Irlanda e Grecia) in cui la stessa percentual­e oscilla tra il 32 e il 20%. Né si segnala la presenza in Puglia di opifici abusivi in cui lavorare il tabacco di contrabban­do importato dall’estero. L’attenzione degli inquirenti resta sempre molto alta, anche perché le ultime due operazioni mostrano come quello pugliese sia ancora un territorio «fertile» anche solo come terra di passaggio.

E i carichi restano rilevanti, così come lo sono le misure prese dalle forze dell’ordine: gli autisti che trasportav­ano le cinque tonnellate tra Winston, Karelia e Davidoff di contrabban­do sono finiti in carcere con l’accusa di contrabban­do aggravato.

Con la stessa accusa, invece, è stata disposta una maxi multa da 86 milioni di euro nei confronti dell’azienda tedesca che ha organizzat­o il trasporto delle 17 tonnellate di tabacco spacciato per «grezzo»: il suo legale rappresent­ante è stato denunciato all’autorità giudiziari­a, gli inquirenti hanno rilevato un danno erariale - tra Iva e accise evase - di circa 1,25 milioni di euro.

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In azione Nella foto il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza

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