Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dentro un bistrot a Giovinazzo in stile british
La sua nascita risale a metà Ottocento, come caffetteria e pasticceria. E da allora il bar Ragno d’oro è considerato una sorta di istituzione cittadina, a due passi dal palazzo del comune di Giovinazzo, e affacciato su un’ampia e bella piazza centrale. La sua storia tuttavia ha subito una svolta negli anni Ottanta del secolo scorso, quando la gestione è passata nelle mani della famiglia Marzella. Non a caso oggi è guidato con spirito imprenditoriale dai fratelli Cesare e Raffaele, che hanno voluto dare all’attività una vincente e poliedrica impronta.
Qui infatti si comincia a lavorare nelle prime ore del mattino, al momento della prima colazione, e si termina a notte fonda con i cosiddetti after dinner. Si può quindi sorseggiare uno dei tanti pregiati whisky selezionati con passione dai titolari; oppure scegliere il fascinoso «Elementary Watson», che con il suo emblematico nome si inserisce a pieno diritto nella linea di cocktail dedicata a Sherlock Holmes. Vagamente british è in effetti anche l’atmosfera complessiva, suddivisa tra i suggestivi ambienti interni, arredati con oggetti d’epoca e nei toni caldi e avvolgenti del legno scuro. Dopo la mole maestosa del bancone del bar, che troneggia all’ingresso, si aprono salette minuscole e raccolte, comprese quelle più riservate che sono state ricavate al piano superiore.
Il vero fiore all’occhiello del locale ci sembra però il bistrot, aperto a pranzo e a cena e affidato al bravo chef Elio Depergola. Malgrado la giovane età, Elio riesce a esprimere carattere e personalità in cucina, senza cercare di seguire le mode, e confrontandosi con i classici internazionali in modo talora ironico e sempre originale. Lo dimostra la divertente interpretazione dell’inglese fish and chips, che si risolve in un cubo di ombrina impanato con il panko e ac
Sopra i titolari del Ragno d’Oro, Cesare e Raffaele Marzella Nell’altra foto il maestoso bancone del bar. Ragno d’Oro, piazza Vittorio Emanuele II 68, Giovinazzo compagnato da una spuma di patate aromatizzata agli agrumi. Ma è soltanto l’inizio di un viaggio gastronomico, che prevede le deliziose tappe della tartare di fassona con riso fritto, salsa olandese, tuorlo d’uovo marinato e tartufo nero; e del meraviglioso «Ricordo di Alba»: un risotto con nocciole, cacao, tartufo bianco, e con il tocco di classe dell’aggiunta del giapponese brodo dashi, che serve a sdrammatizzare gli altri sentori. Mentre il coreano piatto di carne chiamato «Bulgogi» (una tagliata di manzo), insaporito da una ghiotta salsa segreta, viene sdrammatizzato dalla presenza delle verdure, anche pugliesi: funghi, carote e mugnoli salentini. Gli abbinamenti enologici alle diverse portate sono tutti appropriati (bollicine incluse), e mediamente si spendono 30-35 esclusi i vini.