Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SENZA RISORSE È SOLO POPULISMO
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha manifestato l’intenzione di pagare i pesanti debiti della ex Ilva tarantina, verso i suoi fornitori di servizi o di materiali: in pratica, tutto l’indotto della ferriera, mentre la produzione è ferma, o quasi. Questo disegno solleva molte perplessità, nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché una somma così cospicua, sia pure in piena disponibilità ma non ancora resa liquida, richiederebbe quanto meno una consultazione di giunta e di Consiglio, se non altro per evitare che domani, qualsiasi impresa in crisi, tenti di attingere ai fondi pubblici danaro dovuto invece per contratti di diritto privato. A parte gli aspetti giudiziari, questo sarebbe l’inizio di un costume da fallimento certo, del pubblico e del privato. Nel merito, va detto che uno specifico dibattito consiliare eviterebbe una certa tendenza a decisioni del tutto individuali del presidente della Regione, incoraggiato da più di un malinteso sull’autonomia differenziata.
Le intenzioni di Emiliano sono buone? Difficile dubitarne a priori; ma di fronte a cifre veramente esorbitanti, e posto che i debitori, tutti, per il diritto vigente devono pagare o rischiare fallimento, qui bisogna decidere che fare, ma partendo da scelte per il rilancio dell’ex Ilva, e non da una ragioneria minimalista. I fondi disponibili sono vincolati? Bene, ma non vi è danaro pubblico che in democrazia non possa cambiare destinazione tramite leggi adeguate. Né i tempi che corrono autorizzano la Puglia a gettarsi in esborsi spericolati, senza avere prima un programma e una risposta ai problemi più urgenti; anzi vi è il rischio che alla fine le cose restino come erano, e con meno danaro a disposizione; entro qualche mese, saremmo allo stesso punto di prima, viene da dire.
Per citare solo un esempio scandaloso, abbiamo la sanità a pezzi – eterno tema all’ordine del giorno – e nascono altri gravi nodi sociali, come annuncia il movimento degli agricoltori. In questo clima, mentre le guerre non si fermano, il presidente della Puglia con un atto unilaterale e di stampo individual-populistico, scrive o scriverebbe una lettera alla premier Giorgia Meloni per dire: sono pronto ad aprire la cassaforte e ed erogare somme non dovute dalla Regione; né chiede un concorso del governo di destra. È un gesto da antico clientelismo in vista del voto per l’Europa e per i Comuni, che però non muove nessuna forza progressista, e anzi potrebbe compromettere gli attuali equilibri. Francamente, democrazia e sviluppo regionale domandano altro.