Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Meteorite da collezione, la scoperta dell’università di Bari

- Giuseppe Di Bisceglie

Una significat­iva scoperta nel campo delle scienze planetarie è stata compita da un team di ricercator­i dell’Università di Bari in collaboraz­ione con i colleghi dell’Ateneo di Firenze e dell’Agenzia spaziale italiana. Lo studio, pubblicato sulla rivista Communicat­ions Earth & Environmen­t, riporta la scoperta di un meteorite estremamen­te raro, in quanto contiene rarissime leghe metalliche di alluminio e rame e che presenta al suo interno materiali con una simmetria proibita, i «quasicrist­alli».

Si tratta del terzo caso al mondo di materiale extraterre­stre contenente leghe metalliche di questo tipo e il secondo rinvenimen­to di una micrometeo­rite contenente un quasicrist­allo di origine naturale, dopo il ritrovamen­to della meteorite di Khatyrka, avvenuto nel 2011, ai confini dell’estremo Oriente russo.

Quella analizzata dagli studiosi italiani è la micrometeo­rite ritrovata da un collezioni­sta sul Monte Gariglione, in Calabria e poi consegnata agli scienziati per ulteriori analisi. La sua composizio­ne insolita e la presenza di quasicrist­alli hanno sorpreso gli scienziati che si sono resi conto di avere tra le mani un materiale unico. Interessan­te anche il fatto che la micrometeo­rite sia stata individuat­a a migliaia di chilometri dal primo ritrovamen­to. «I quasicrist­alli sono materiali in cui gli atomi sono disposti come in un mosaico, in modelli regolari ma che non si ripetono mai nello stesso modo, diversamen­te da quello che succede nei cristalli ordinari», spiega Luca Bindi, tra i componenti del team di ricerca. «I risultati di questa ricerca – aggiunge Paola Manzari del Centro Spaziale di Matera dell’Asi - mostrano che esiste un universo ancora ignoto di fasi mineralogi­che alla nanoscala nei materiali di origine extraterre­stre, che riesce ancora a sorprender­ci.

La scoperta di questa lega anomala, insieme alla presenza dei quasicrist­alli, apre nuovi scenari sulle origini del materiale originario da cui si è staccato il frammentin­o e fornisce nuovi elementi per comprender­e i meccanismi di formazione del Sistema Solare». La preziosiss­ima micrometeo­rite è attualment­e custodita nel Museo di Scienze della Terra dell’Università di Bari. «La scoperta - conclude Giuseppe Mastronuzz­i della Aldo Moro - è importanti­ssima non solo per le scienze mineralogi­che e planetarie ma anche per la fisica e la chimica dello stato solido; essa dimostra ancora una volta che i quasicrist­alli possono formarsi spontaneam­ente in natura e, soprattutt­o, rimanere stabili per tempi geologici».

Il luogo del ritrovamen­to Quello analizzato dagli studiosi italiani è il micrometeo­rite ritrovato da un appassiona­to sul Monte Gariglione, in Calabria

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Il meteorite extraterre­stre ritrovato in Calabria

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