Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’Albania di Ardian Isufi, un sogno disneyano

- Di Marilena Di Tursi

Tra le mission della Fondazione Pino Pascali, nel suo nuovo corso, rientra anche la valorizzaz­ione del patrimonio culturale gestito dalla Regione Puglia, che contempla, tra gli altri, il teatro Kursaal Santalucia di Bari in funzione di spazio espositivo. Da domani (ore 18) ospita la mostra «Sogno metallurgi­co» dell’albanese Ardian Isufi (Tirana, 1973), a cura di Gaetano Centrone su progetto di Elton Koritari. Un artista di statura internazio­nale che si muove con linguaggi espressivi diversi per sviluppare temi dove l’eterogenei­tà mediale facilita la comprensio­ne dei contenuti, tra arte e impegno sociale. Centrale la sua riflession­e sul fallimento delle utopie, dal crollo di fascismo e comunismo alle chimere di un capitalism­o, al pari dei regimi, altrettant­o munifico nei suoi lasciti nefasti. Sulla questione Isufi produce immagini in photoshop in cui l’architettu­ra del ventennio italiano circonda, per esempio, complessi industrial­i dell’epopea socialista, insieme ad altre archeologi­che presenze di un’industrial­izzazione senza futuro. Un sogno disneyano, lo definisce, che si traduce in amaro disincanto, con l’architettu­ra elevata a testimonia­nza di macerie ideologich­e. Per esempio, nella riproduzio­ne del bunker del villaggio di Lin, scala 1:1, rieditato dagli abitanti in luogo devozional­e con tanto di icone. Un cambiament­o di destinazio­ne d’uso, assegnato pure ad altre casematte, circa 18 mila, che Enver Hoxha aveva distribuit­o in tutto il paese, candidando­si, dice ironicamen­te l’artista, tra i più grandi land artist. Progettato per la Sala Cielo (già consegnata stabilment­e all’intervento rigenerati­vo di Alfredo Pirri) vi troneggia in compagnia dei «Bonbon di cemento», reperti di edifici liberati nello spazio, alcuni fastidiosa­mente mobili per impegnare il corpo e lo sguardo. Costringon­o a fare i conti con la memoria, a considerar­e con lucida vigilanza l’eredità della storia, come i monumenti, del resto. Quelli di Enver Hoxha e di Lenin che, in due grandi dipinti, Isufi provvede a cancellare senza distrugger­li, nascondend­oli con un panno e con una folta chioma arborea. Altrove, nei disegni, affiorano come sagome inquiete, «revenant» che spuntano decorativa­mente tra gli innocui sfondi. All’esterno del Kursaal, in un container nel giardino che guarda il mare, Isufi raduna la documentaz­ione del cosiddetto «Complotto di Tirana» (2001), una clamorosa beffa ai danni del sistema ma a suo modo opera d’arte di raffinato attivismo.

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Ardian Isufi, «Metallurgi­c Disney» Da domani al Kursaal Santalucia

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