Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«In Puglia» leggendo Alda Merini, Viola e Desiati
Il libro di Piero Meli, una «guida turistica alternativa»: luoghi e sguardi non scontati
Una guida turistica sotto forma di viaggio letterario, alla scoperta di posti noti e meno conosciuti dal Salento al Gargano. Un viaggio attraverso versi e parole di poeti e scrittori, «Da Alda Merini a Mario Desiati», per dirla col sottotitolo del libro In Puglia firmato dallo scrittore barese Piero Meli per la collana «Passaggi di dogana» di Giulio Perrone Editore. Il volume comprende anche una guida alle librerie di qualità della regione indicate dal Ministero della Cultura e un elenco di luoghi «instagrammabili» con tanto di coordinate gps per esploratori. «Chiamiamola pure una guida turistica alternativa», suggerisce l’autore, che è anche consigliere dell’associazione culturale #WeAreInBari.
Una guida con bussola letteraria?
«Ho disegnato una vera e propria cartina per tracciare un itinerario fuori dai soliti luoghi».
In questa logica rientra la scelta di Rocchetta Sant’Antonio?
«In questo caso si scoprono addirittura due cose contemporaneamente, che poi è la finalità della collana Passaggi di Dogana: unire luoghi e persone che non sono immediatamente collegabili. Pochi sanno che in questo bellissimo paesino, sconosciuto ai più, è nata Mariateresa Di Lascia, che con Passaggio in ombra, pubblicato postumo, vinse lo Strega nel 1995».
C’è anche il Salento feroce di Omar Di Monopoli accanto al Barocco di Vittorio Bodini.
«Ho voluto delineare un tour che si allontanasse dagli stereotipi di una regione ormai sulla bocca di tutti. L’obiettivo è far
venire al forestiero la curiosità di visitare posti diversi dai soliti e ai pugliesi di saperne di più sulla propria terra, nella quale molti giovani hanno scelto di tornare. Ci sono gli scorci della Taranto antica della quale s’innamorò Alda Merini, la Valle d’Itria per niente da cartolina e degli “spatriati” raccontata da Mario Desiati, il Gargano di Cesare Brandi e Anna Maria Ortese».
E poi le due Bari descritte da Pasolini, una città noir di notte ma splendente di giorno.
«Volevo uscire dalla retorica del panzerotto, delle orecchiette e della focaccia. Ho pensato potesse essere più interessante rivedere Bari attraverso lo sguardo di un intellettuale passato di qui quasi per caso».
Ma c’è anche la Bari di Gianrico Carofiglio, Nicola Lagioia e Antonella Lattanzi. Ha tralasciato volutamente Beppe Lopez?
«Ho costruito una mia mappa. Pertanto, ho scelto luoghi a me cari che ho ritrovato in alcuni autori dai quali sono stato segnato. Per esempio, non ho scelto la parte più turistica di Polignano a Mare, ma la frazione meno nota di San Vito, che ho molto frequentato e ritrovato nel noir di Alessio Viola Dove comincia la notte. Ma ho anche cercato di gettare un po’ di luce su qualche poeta minore, come Biagia Marniti, originaria di Ruvo di Puglia».
Esiste davvero il mal di Puglia di cui parla nel libro?
«Non l’ho vissuto sulla mia pelle, perché sono stato fuori solo per un breve periodo, a Milano, ma l’ho incontrato attraverso le storie di amici che vivono fuori da anni. E nei loro occhi la vedi una luce diversa quando tornano».