Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
In Consiglio comunale o dal notaio Il destino di Melucci è in bilico
Aula consiliare o studio notarile? La scelta divide i gruppi di opposizione al sindaco di Taranto che perdono l’apparente compattezza della volontà di chiudere l’esperienza amministrativa di Rinaldo Melucci. I luoghi simbolo per sfiduciare il sindaco sono questi e dipendono dalla scelta dei consiglieri della vecchia maggioranza passati tutti all’opposizione. La poltrona del sindaco è certamente in bilico, ma potrebbe recuperare stabilità se l’indecisione paralizzasse gli avversari rivelando chi veramente vuole porre fine all’era Melucci e chi vuole restare attaccato alla poltrona. Sulla carta i 17 voti necessari per sciogliere il consiglio comunale ci sono, ma le posizioni sono diverse. Lo stallo delle ultime due settimane ieri ha ricevuto una scossa. I due consiglieri di Con Taranto, Piero Bitetti e Paola Fornaro, hanno ufficializzato la loro decisione di passare all’opposizione chiarendo di essere pronti ad andare dal notaio per rassegnare le dimissioni, ma non oltre il 24 febbraio».
Immediata la replica di un gruppo dei consiglieri di minoranza. «La sfiducia al sindaco va data soltanto in aula» hanno detto confermando una seconda mozione contro Melucci. Nel pomeriggio ha chiarito la propria posizione anche Forza Italia. Il coordinatore provinciale Vito De Palma ha chiesto «a tutti i consiglieri comunali di condividere l’unico percorso davvero salutare per Taranto: depositiamo dal notaio le firme per mandare a casa questa maggioranza». La data di non ritorno è il 24 febbraio. Se Melucci cade entro sabato prossimo - possibilità che si realizza soltanto andando dal notaio a depositare 17 firme - il periodo di commissariamento del Comune sarà di quattro mesi e i tarantini andranno a votare a giugno come nelle altre città in cui vanno eletti i sindaci. Diversamente il commissario resterà a guidare il Comune il triplo del tempo. Strada diversa per Europa Verde e 5Stelle che sono pronti a recarsi dal notaio.